Iron & Wine - The Creek Drank the Cradle SubPop 2003 1/2

Iron & Wine, ferro e vino. Elementi contrastanti, dipinti nell'immaginario come una finestra dalla struttura in alluminio, affacciata su qualche fiordo norvegese e colorata dal rosso vivo di in vino raffinato. Un'altra parentesi di squisito folk nord europeo? Ancora Kings Of Convenience o St.Thomas? Superficialmente si. In realtà dietro ad Iron & Wine si celano le fantasie artistiche di Sam Beam, autentico factotum. Infatti, questo suo disco d'esordio, The Creek Drank The Cradle, lo vede impegnato per il songwriting, gli arrangiamenti e la produzione, nonché su tutto il fronte musicale. Ed è proprio lo stile musicale, un folk delizioso e sweet, a lasciare di stucco, soprattutto se si pensa che Beam ha fatto tutto in casa, nella soleggiata Florida. Spiagge e folk: strano vero?. I brani vengono incisi come se cantati da un duo, gli arrangiamenti trovano nell'uso di slide guitar e banjo un buon viatico per affinità tradizionalmente americane, il sound roots, quasi da monti Appalachi, di The Rooster Moans stacca di netto con le armonie acustiche del resto del disco, decisamente riconducibili al nord d'Europa. In realtà sono le piccole soluzioni di banjo, per i finali di Lion's Mane, Promising Light e An Angry Blade, e lo stile di Muddy Hymnal, vicino a Neil Young (quello di Harvest), a decretare il successo di The Creek Drank The Cradle. La slide guitar di Sothern Anthem è qualcosa di speciale. Percussioni assenti, tanta malinconia. Un debut album incredibile ed affascinante. Iron & Wine e Bonnie 'Prince' Billy: ovvero Sam Beam e Will Oldham per un'unione d'intenti all'insegna del nuovo folk americano. Due autentici moschettieri. Esagerato? Sentire per credere
(Carlo Lancini)

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