Rick Shea & Patty Booker - Our Shangri-La Tres Pescadores 2003

Lungo il solco della tradizione dei grandi duetti country Rick Shea e Patty Booker hanno ripreso una vecchia usanza che negli anni si era un po' persa per strada e soprattutto nessuno era stato in grado di riproporre senza scadere nel puro revival. Our Shangri-La è un disco fatto con grazia e competenza che credo manderà in sollucchero chi va cercando l'anima più pura della country music, anche se alcune avvertenze sono d'obbligo. Non stiamo parlando infatti di una raccolta in grado di attirare le attenzioni del pubblico più vicino al linguaggio Americana o roots-rock, perchè gli intenti di una operazione come questa sono chiaramente rivolti al suono tradizionale del country-rock californiano. Dunque ballatone in perfetto stile Bakersfield, honky-tonk e qualche spunto elettrico, che ricordano leggendarie coppie quali Buck Owens e Rose Madox, ma anche gli insuperati George Jones e Tammy Wynette. Fatto il punto sul contenuto assolutamente tradizionale di Our Shangri-La, posso dire che gli obiettivi di Rick Shea e Patty Booker sono stati pienamente raggiunti, anche se nessuna di queste canzoni potrà evidentemente superare gli orginali. Un buon modo per ripassare una stagione poco conosciuta della country music, riprendendo alcuni classici minori (The Bull and The Beaver di Merle Haggard, Summer Wine di Lee Hazlewood) e aggiungendoci nuovo materiale scritto da soli o in coppia (tra cui l'ottima Baby That Ain't True, il brano più elettrico e rock'n'roll del disco), sempre di ottima fattura. D'altronde Rick Shea è un chitarrista e autore dalle solide basi: i più lo ricordano senz'altro come sideman nella band di Dave Alvin, ma al suo attivo vanta diversi dischi solisti, tra cui il consigliatissimo Sawbones. La brava Patty Booker contrasta con la sua voce squillante il canto baritonale e caldo di Shea, così la coppia si completa alla perfezione, convincenti su tutti i fronti, dalle più veloci honky-tonk song When Will I Ever Learn e Just a Matter of Time alle ballate dal passo classico come I Know What's Wrong e Fewer Things All The Time, per non parlare della swingata Fat Daddy. Un incontro artistico vincente e inciso pensando di omaggiare con sincerità il vero country: una sensibilità musicale non adatta a tutti i palati forse, ma di certo assai competente.
(Davide Albini)

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