Califone - Heroin King Blues Thrill Jockey 2004 1/2

 

Non si può certo dire che manchi l'ispirazione ai Califone: dal 2002 ad oggi hanno dato alle stampe due dischi ufficiali in studio e altrettanti esperimenti, divisi in Deceleration One e Two, che mostravano le influenze "cinematografiche" della band di Tim Rutili (voce, chitarre e tastierine varie) e Ben Massarella (batteria, percussioni, loops). Il problema è che non sempre fa buon gioco pubblicare tutto quello che ti passa per la testa (anche se oggi pare sia diventata una moda fuori discussione), se questo materiale non viene poi selezionato con cura. Il rischio è di trovarsi presto a corto di idee, situazione in cui mi pare si siano andati a cacciare anche i nostri Califone. Non è la prima volta che ci occupiamo dell'ipnotico ambient-folk della band di Chicago, un matrimonio in alcuni momenti veramente originale tra le radici della musica americana (il country-blues soprattutto) e i suoni più moderni dell'elettronica. La Glitterhouse li ha fatti conoscere qui in Europa, pubblicando i primi due ep su un'unica raccolta e quindi l'eccellente Roomsound, a cui ha fatto seguito lo scorso anno il loro personale vertice artistico, Quicksand/Cradlesnake. Non si capisce bene l'urgenza di pubblicare Heroin King Blues (sempre per la locale Thrill Jockey) a così breve distanza dal precedente, tanto più che il nuovo lavoro sembra soprattutto una scusa per assemblare alcuni scarti del passato attorno alla coraggiosa title-track, un interminabile esperimento, quattordici minuti, di post-rock tra disturbi elettronici e minacciose chitarre noise. Ammettendo tutte le difficoltà di arrivare in fondo al brano, rappresenta comunque l'unico momento realmente originale del disco, che per il resto ricalca da una parte lo stile da scarna ballata folk (Wingbone, Lion & Bee, acustiche e spettrali, sempre molto affascinanti), dall'altra ripropone il solito country-blues futurista, basato su giochi di perussioni (Trick Bird). Gli arrangiamenti funkeggianti, alla lunga fastidiosi, di 2 Sisters Drunk on Each Other non aiutano a risollevare il giudizio, tanto meno lo strumentale Outro, condotto dal suono stridente di tastiere e chitarre. A volte una pausa di riflessione può essere utile: i Califone hanno idee così interesanti che meriterebbero una maggiore applicazione
(Tommaso Piccoli)

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