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inserito
08/03/2005
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Il
nome di David Andrews circola nel "nostro" music business gią da
alcuni anni: prima, in coppia con l'amico Caleb Klauder in Oregon, dove
si era trasferito dalla natia California, fonda i Calobo, band con attitudini
pop-rock-jazz-jam, che ottiene buoni risultati sia a livello di pubblico
che di vendite verso la metą dei'90 (buono il loro Live at Crystal Ballroom),
poi, finita l'avventura, cerca di ritagliarsi uno spazio come singer songwriter,
dando il via ad una carriera solista, arrivata ora al secondo disco. Se
il primo, Get me Out of This Place (2000), richiamava atmosfere cantautorali
abbastanza classiche (la California dei '70), quest'ultimo lavoro segna
sicuramente notevoli passi in avanti. La differenza la fanno la produzione
(Marvin Eitzoni, gią al fianco di Counting Crows e Toad The Wet
Sprocket), i musicisti (un cast di assoluto rispetto in cui brillano Bucky
Baxter, strepitoso a dividersi tra pedal steel, mandolino e chitarre
acustiche, e la dolce Tammy Rogers al violino e alla viola), ma
soprattutto le canzoni: quasi tutte farina del sacco di David Andrews,
che solo in un paio di occasioni si fa aiutare dal gią citato Eitzoni.
La spina dorsale del cd č rappresentata da un pugno di ballate voce e
pianoforte, impreziosite da ottimi e misurati arrangiamenti elettroacustici,
che ci portano ad un cantautorato pił adulto, urbano, che potrebbe avere
il riferimento principale in Marc Cohn, con il quale David Andrews dimostra
di avere pił di un punto di contatto. Fra queste citerei senz'altro Completely
(ottimo l'assolo alla steel di Bucky Baxter); Don't Cost Much,
pił lenta, romantica, con una notevole prova vocale da parte di Andrews
il quale, dimenticavo, suona tutte le parti di pianoforte e accompagna
qua e lą con l'acustica; Treasure Today che ricalca la precedente
come struttura e bellezza. Ma non tutto si esaurisce a questo punto: ci
sono anche piacevoli "variazioni sul tema" che in alcuni casi David Andrews
sembra di saper trattare molto bene: la folk song d'altri tempi Oh
Mrs. Johnson tutta mandolino e chitarre acustiche, la scoppiettante
title-track, in apertura, country rock con buone aperture melodiche, Don't
Walk Away, pop rock song con una cascata di corde, fino alla chiusura
di Common Good, rock ballad pianistica leggermente pił nervosa
e Little Mary, toccante lullaby per voce e piano Wurlitzer. Un'altra
ottima occasione per avvicinarsi alla sua musica (oltre naturalmente a
questo disco), potrebbe essere il tour che, grazie a Carlo Carlini di
Only a Hobo, dovrebbe portarlo dalle nostre parti a primavera inoltrata.
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