Ray Wylie Hubbard - Delirium Tremolos Philo/IRD 2005
inserito 14/02/2005

Confesso di avere un po' sottovalutato gli ultimi album del texano Ray Wylie Hubbard, anche perché, ad un ascolto magari frettoloso e superficiale, Eternal & Lowdown (2002) e Growl ('03) altro non mi erano sembrati se non innocue (e magari un po' pretenziose) variazioni sul solito tema, cioè a dirsi country-rock dallo stato della stella solitaria, più bucolico nel primo caso, appena più bluesy nel secondo. E' invece album di tutt'altra pasta questo Delirium Tremolos, uno di quei classici (nonché rari!) casi in cui un artista, sentendo di non avere più nulla da dimostrare, pensa prima di tutto a soddisfare se stesso, finendo col coinvolgere e divertire anche gli ascoltatori grazie a una naturalezza, a una convinzione e a una classe interpretativa completamente rinnovate. Delirium Tremolos è difatti una sorta di compilation di alcune tra le canzoni preferite del buon vecchio Ray, comprese le proprie. Dal songbook personale Ray rilegge, oltre alla recente Cooler-N-Hell (vibrante honky-tonk scritto a quattro mani con Cody Canada dei Cross Canadian Ragweed) due pagine importanti quali Dallas After Midnight (con Jack Ingram di mezzo) e Dust Of The Chase, regalandogli inedite tonalità crepuscolari e desertiche. E su tonalità simili si sviluppa l'intero lavoro, che fatta eccezione per il delirio conclusivo di Choctaw Bingo (per gentile concessione di James McMurtry, responsabile inoltre della lancinante chitarra solista che serpeggia lungo tutto il brano), è per lo più composto da un rock'n'country rallentato e dannatamente rootsy. Un solo punto debole, che ravviserei nella versione un tantino insipida della This Mornin' I Am Born Again di Woody Guthrie, sorretta però da un bell'interplay di voci (Slaid Cleaves, Patty Griffin, Bob Schneider, Eliza Gilkyson), e almeno due capolavori, ovverosia l'iniziale The Beauty Way (Gilkyson) e la magistrale ripresa dell'indimenticabile Drivin' Wheel che fu del canadese David Wiffen, entrambi impreziositi dal B3 di quella vecchia volpe di Ian McLagan e da un gioco di squadra tra il drumming di Rick Richards e le chitarre di Gurf Morlix (che produce il tutto) di prodigiosa scorrevolezza. Non temete, le lamentele non si faranno attendere, ci sarà chi rimpiangerà il rock'n'roll energico di Loco Gringo's Lament ('94) o Lost Train Of Tought ('95), ci sarà persino chi tornerà a scomodare il vetusto Off The Wall ('78), ma datemi retta, il migliore Ray Wylie Hubbard di sempre si trova qui e ora.
(Gianfranco Callieri)

www.raywylie.com