Josh Ritter - The Animal Years V2 2006
inserito 12/04/2006
Il tempo vola, che nemmeno te ne accorgi: sembra una di quelle tipiche frasi di circostanza, buttate lì tra una banalità e l'altra. Eppure, talvolta un senso ce l'ha: serbo ancora così vivo il ricordo della bellezza di Hello Starling, che mi sembra impossibile sia un disco ormai vecchio di tre anni. Quando ho saputo della pubblicazione di The Animal Years sono rimasto quasi sorpreso e ho pensato addirittura che Josh Ritter volesse bruciare le tappe, cavalcando l'onda positiva dell'album precedente (le ottime critiche gli valsero innumerevoli concerti, alcuni di spalla a Damien Rice, e la riedizione, per il mercato Inglese, dell'esordio Golden Age Of Radio del 2001). In tutta sincerità, il cantautore dell'Idaho non si è dimostrato un fulmine, ma l'attesa ha portato decisamente buoni frutti: in primis, ecco un contratto con la V2 (tutt'altro che irrilevante) e, di certo, un lavoro altrettanto convincente. The Animal Years è proprio un bel disco da ascoltare e da riascoltare, ricco di melodie piacevoli curate a regola d'arte da Brain Deck, già musicista e produttore per i Califone (di cui è membro effettivo), Iron & Wine, Jim Roll e Chris Mills. Sulla base di un'intelaiatura acustica, Deck e Ritter evocano emozioni grazie all'immancabile pianoforte e a ritmi che trasudano rock d'autore. Ancora una volta, le melodie e la forma ballad non possono assolutamente mancare: così, fra le più vibranti Lillian, Egypt, Good Man e Wolves, troviamo le appassionate Monster Ballad, In The Dark e Girl In The War, così come il romantico minimalismo di One More Mouth e della folk Best For The Best. Thin Blue Flame, recitata in guisa di spoken-ballad e carica di pathos, si distingue in principio per il connubio pianoforte-chitarra elettrica; con lo scorrere dei versi ed il contributo delle percussioni, la traccia assume una cadenza pressoché militaresca, che scivola infine e di nuovo verso il pianoforte. A chiudere il disco è Here At The Right Time, dove il suono del pianoforte sembra provenire da lontano, mentre la voce di Josh rimbomba nelle orecchie. Una menzione particolare merita Idaho, canzone totalmente acustica (in pratica, solo per voce e chitarra), ispirata tanto al blues del Delta quanto al folk e al country classico degli anni Sessanta. The Animal Years conferma altresì le doti cantautorali di Josh: le sue liriche suscitano una sensazione di conforto e semplicità ed il fascino dell'album sta proprio nelle emozioni che esso trasmette con la naturale struttura delle sue undici canzoni.
(Carlo Lancini)

www.joshritter.com