inserito 24/11/2008

Easton Stagger Phillips
One for the Ditch
[
Blue Rose  2008]



ESP, ovvero il semplice acronimo di Tim Easton, Leeroy Stagger ed Evan Phillips, è la denominazione sotto cui si celano tre amici e tre songwriter dell'ultima generazione folk americana, uniti da un patto di stima reciproca e naturalmente da sensibilità artistiche assai comuni. Non si spiegherebbe altrimenti la concezione di One for the Ditch, disco a sei mani nato evidentemente dalle frequentazioni assidue dei protagonisti, ultima in ordine di tempo l'ottimo 60 Watt Lining dei Whipsaws, band guidata da Phillips alle cui registrazioni hanno presenziato proprio Easton e Stagger. Provenienti in realtà da differenti angoli del Nord America (Easton dalla California, Stagger dal Canada, Phillips dall'Alaska), ma certamente accomunati da un background musicale che pesca nella tradizione dei folksinger e dei troubadours del tempo che fu, gli ESP provano a scambiarsi accordi e idee in un disco dall'aria dimessa, acustico sino al midollo e ornato soltanto di qualche efficace intervento esterno, soprattutto di violino (Bobby Furgo dalla band di Leonard Cohen) ed organo.

A parlare sono dunque le chitarre e i mandolini, un'atmosfera in generale molto accogliente e del tutto informale che ha preso vita in uno studio arrangiato a Girdwood, Alaska durante un inverno, guarda caso, polare. In poche ore, al riparo dalla tempesta, le canzoni hanno acquisito il profilo finale che ritroviamo intatto in One for the Ditch, con la netta sensazione che si sia trattato soprattutto di uno scambio fraterno, di un confronto fra songwriting in attesa delle singole mosse dei tre autori. Va detto infatti che nessuno dei brani raccolti per l'occasione, dal baldanzoso old time di Hell Of A Life e She Was Gone alle tessiture alternative country di Highway 395 al folk blues canonico di Stormy e di una Red Bandana che rimanda direttamente al Ryan Adams di Heartbreaker, possono rivoltare gli esiti di quanto mostrato in carriera da Tim Easton, Leeroy Stagger ed Evan Phillips. Il primo, essendo probabilmente il vero fulcro del progetto (l'iniziale ritrovo avvenne nella sua casa nel deserto di Joshua Tree), è anche quello che mostra una scrittura più nitida: frutto dell'esperienza acquisita sul campo, senza dubbio (Easton ha esordito per la New West ormai dieci anni fa), anche se In Love With You, Festival Song o la stessa One For The Ditch non superano l'effetto di un semplice diversivo.

Per andare a caccia dei loro migliori frutti è dunque consigliabile rivolgersi altrove: si da un gran da fare Evan Phillips nel ribadire che "siamo grandi fan uno dell'altro e questo ci ha aiutato" e non c'è motivo inoltre di dubitare della familiarità che accompagna le canzoni degli ESP. Hanno certamente il dono della modestia, lo spirito della cose fatte in casa con passione e rispetto, ma devono combattere, fuori dall'Alaska, con un nugolo di songwriters assai agguerriti e di questo passo restano troppo anonime per farsi ascoltare.
(Fabio Cerbone)

www.myspace.com/esp
www.bluerose-records.de


<Credits>