inserito 22/05/2009

Dave Alvin & The Guilty Women
Dave Alvin & The Guilty Women
[
Yep Roc  
2009]



Non fossimo a conoscenza della straodinaria carriera del personaggio, della sua importanza vitale nel tratteggare quello che oggi tutti chiamano Americana e che Dave Alvin ha contribuito a forgiare in tempi non sospetti, potremmo addirittura pensare ad una trovata pubblicitaria ad effetto. Messi in soffitta i vecchi pard maschili, Dave ha infatti girato il vestito e si è letteralmente inventato le Guilty Women, un progetto da condividere con uno stuolo di brillanti musiciste, tutte figure femminili, con le quali riparte l'avventura dopo la recente tragedia dell'amico scomparso Chris Gaffney. Sperimentato per la prima volta nell'ottobre del 2008 all'Hardly Strictly Bluegrass Festival, il connubio Dave Alvin & The Guitly Women si è concretizzato in poco tempo in una riunione di studio: tutto molto spontaneo, senza filtri. Il segnale è dunque di un'intesa immediata, il risultato un disco che non gode forse di una forza d'insieme come in passato, ma sopperisce con mestiere e una sensazione di coralità diffusa.

Innegabile infatti che la presenza di numerose cover, persino la condivisione di alcuni brani lasciati all'interpretazione di Christy McWilson e Amy Farris (Weight of the World e Potter's Field), siano la prova di un Dave Alvin meno istrionico e al centro dell'attenzione, più disposto a condividere e lasciarsi guidare dalla soluzione del momento. Avendo a disposizione la perizia tecnica di Cindy Cashdollar e Nina Gerber, chitarre e steel che infarciscono la sei corde dello stesso Dave, il mandolino e fiddle della signora del bluegrass Laurie Lewis, e una discreta quanto efficae sezione ritmica composta da Sarah Brown e Lisa Pankrantz, è evidente come lo spirito di squadra, il piacere della registrazione informale prenda il sopravvento sull'obiettivo finale: questo per sottolineare come una Marie Marie ripresa in luccicante versione hillbilly non sia una autentica sorpresa, così altrettanto l'interlocutoria chiusura di Que Sera, Sera, classico intramontabile girato in chiave boogie che lascia il tempo che trova. Da altre parti vanno ricercate invece quelle atmosfere riflessive e intime che la stessa voce, molto contenuta, di Alvin sottolinea: i ricordi familiari di Downey Girl ritornano all'eleganza di alcuni episodi di Blackjake Dave e King of California, e la passionale evocazione di Nana and Jimi rammenta quanto questo signore sia un immenso patrimonio dell'american music.

Resta solamente il dubbio che Dave Alvin & the Guilty Women sia un passaggio, nell'attesa di studiare la prossima mossa: la ricerca sul songwriting, anche altrui, è stata abbondantemente affrontata nelle opere precedenti, e sia Don't Make Promises sia River Under the Road non paiono aggiungere rivelazioni, mentre il retro swing di Boss of the Blues (dedica al grande Big Joe Turner) insiste in una galleria di memorie un po' fuori luogo nel suono raccolto e folkie del disco. Certo, non sfugge la consapevolezza che in quelle ambientazioni elettro-acustiche crepuscolari che infondono le melodie di Anyway e These Times We're Living In (Kate Wolf), quest'ultima splendida, Dave Alvin rimanga un maestro indiscusso. Ma questo evidentemente lo sapevamo già tutti: alla prossima uscita vorremmo vederlo rischiare qualcosa di più
(Fabio Cerbone)

www.davealvin.net
www.yeproc.com


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