inserito 11/12/2009

Grant Hart
Hot Wax
[Con D'or/MVD Audio
2009
]



Be', è anche rassicurante constatare che certe cose non cambiano mai e che il buon vecchio Grantzberg Vernon Hart, meglio conosciuto come Grant Hart, è ancora incazzato nero con l'ex-compagno d'avventure Bob Mould. "Si sono spesi più loro in poche settimane che Bob in nove anni", avrebbe infatti dichiarato Grant, all'indomani dell'uscita di questo nuovo Hot Wax, circa i musicisti che l'hanno accompagnato per l'occasione. Ma a proposito di "spendersi", perlomeno per quanto riguarda i contatti col pubblico, nell'ultima decade Mould è stato senz'altro più prolifico e coerente di Hart, la cui carriera solista, dopo lo scioglimento repentino di una delle più grandi formazioni del rock alternativo degli anni '80, s'è contraddistinta più per interruzioni e pause forzate che per spirito produttivo. Hot Wax arriva a dieci (!) stagioni di distanza dall'ultimo, adorabile Good News For The Modern Man, che seguiva di tre uno struggente quanto inutile disco dal vivo in formato acustico (Ecce Homo), che a sua volta veniva dopo l'infelice parentesi di un gruppo - Nova Mob - parimenti sfortunato e talentuoso, che aggiornava l'esordio solitario e memorabile del bellissimo Intolerance (1989).

Non so quanto possa risultare comprensibile, a un pubblico magari digiuno di informazioni circa i precedenti di Hart nella scena underground USA di trent'anni fa, la scelta di pubblicare un album di neanche quaranta minuti, registrato alla meno peggio (più con evidente frettolosità che con cosciente vena lo-fi) e corredato da un titolo e da un'immagine di copertina contraddistinti da rara bruttezza. E tuttavia, chi, ancorché ignorando i trascorsi del titolare e casomai incuriosito da un disco registrato tra Montreal e Minneapolis con membri di Godspeed You! Black Emperor e A Silver Mt. Zion, decidesse di procedere all'ascolto, si troverà di fronte a un lavoro deliziosamente d'altri tempi, dove l'aria che tira è quella del post-punk dei primi '80 mescolato, com'è tradizione del nostro, a ruvide sgranature rock e a ganci melodici di garage-pop floreale e psichedelico.

Nonostante il blasone degli ospiti, tra i solchi di Hot Wax non c'è traccia di post-rock: ci sono invece il power-pop psichedelico della selvatica, magnifica You'Re The Reflection Of The Moon On The Water e i Beach Boys in chiave garagista di Sailor Jack, le sei corde poppeggianti della travolgente California Zephyr e le brume jazzy di una I Know All About You Since Then che piacerebbe al più intimista Elvis Costello, lo sgangherato wall of sound della squisita Charles Hollis Jones e gli archi e la tromba della beatlesiana Barbara. Senza dimenticare, naturalmente, quel piccolo capolavoro che risponde al nome di School Buses Are For Children, power-ballad intrisa di pathos e malinconia dove il nostro torna a cantare con lo slancio lacerato e toccante dei tempi andati. All'interno del booklet, nella foto che lo ritrae, Grant Hart sembra ancora avere 35 anni o giù di lì. E chissà, forse è proprio questa la notizia più gradita tra quelle recate da Hot Wax, disco che, in fondo, troverà parte sostanziosa (e sostanziale) dei propri avventori in coloro i quali non hanno mai dimenticato, né mai potrebbero farlo, la rabbia, il dolore, l'energia e la poesia espressi da Hart e Mould nel gruppo col quale entrambi marchiarono a fuoco la scena indie degli '80. Si chiamavano Hüsker Dü, e non c'è altro da aggiungere.
(Gianfranco Callieri)

www.granthart.com
www.mvdaudio.com



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