Jason
Shannon
Jason Shannon
[Wild
Horse Records 2009]
"So for Christmas that year, she got me a guitar and an amplifier". Una
storia di un ragazzo normale, quella di Jason Shannon: e chi tra
i suoi rock'n'roll dream non ha mai immaginato di trovare sotto l'albero
un regalo così? Una bella consolazione ai continui trasferimenti familiari
vissuti tra il Texas e il Minnesota, e di nuovo una Gibson Les Paul Standard
al suo sedicesimo compleanno. Come dire, una strada già spianata, di sicuro
un sincero augurio di carriera per chi sentiva la musica già nel'aria
dai tempi migliori passati da adolescente in Louisiana. Così quest'album
omonimo suona quasi (troppo) perfetto per il cantautore americano che
mescola influssi jazz & soul alla forma canzone e confeziona un disco,
con l'aiuto di validi musicisti, che parla un linguaggio pop d'autore,
godibile quanto lontano da un'estetica errabonda da rockers e più vicino
a equilibri urbani, probabili giacche e cravatte da Central Business District.
Solo un'apparenza, quella di maniera, dato che dietro un'eleganza formale
si celano validi contenuti, che riflettono pure una certa stabilità tra
forma e sostanza già all'ascolto delle prime note dei fiati nell'introduttiva
Mr Miracle Mile: un aspetto ritmico
da lounge bar che si protrarrà su altri fronti nel cd, fino a raggiungere
l'apogeo negli umori "(miles -) davisiani" della splendida Where
Are You Tonight. Uno spiccato gusto per la ballata, quello
di Jason Shannon, che echeggia così nella voce ai richiami del più modaiolo
Chris Cornell nelle malinconiche Sons & Daughters
o negli accenti pregni di soul per Slow Down
Love, verso toni più solari. Complice un tappeto d'organo e
il degno accompagnamento delle sonorità intime della band, lasciando talora
alla sua chitarra acustica il ruolo principale nelle più esplicite ballad
alternative country Maybe Mexico o
alla Can't Erase Love stile Ryan Adams,
così come alla delicatissima Woman On My Mind.
Jason Shannon firma un lavoro senza toni aggressivi, decisamente raffinato,
la cui forza esclusiva rimane il feeling del cantato con un animo virato
al nero, quand'anche Mighty Mighty River
sia forse il più esplicito riferimento al blues di un cd autografo, completo
e fin troppo curato, ideale per un aperitivo al crepuscolo d'inverno.
(Matteo Fratti)