inserito 15/11/2010

American Aquarium
Small Town Hymns
[
Last Chance Records  2010
]



Un disco che si apre con una minacciosa tempesta in arrivo sulla Carolina (Hurricane) e si chiude su due corpi che si spogliano in una sporca stanza di un motel (Hard to Quit) ha qualcosa da raccontare, indipendentemente dalla sua originalità. American Aquarium è infatti la denominiazione sotto cui si cela il songwriting tormentato di BJ Barham, autore ancora indeciso forse se esporsi in prima persona oppure cercare di annullarsi dentro una rock'n'roll band. Di fatto Small Town Hymns è un disco che evidenzia questa dualità, a volte soffrendone, attratto per una parte da una scrittura acustica e scarna, da autentico storyteller di provincia, per un'altra invece propenso a farsi guidare da un ruvido roots rock figlio dei tanti eroi che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. Come non restare peraltro invischiati in questa tradizione per una band che proviene dal North Carolina, che è stata prodotta in passato da Chris Stamey (sono già cinque gli album a partire dal 2006, nonostante il nostro colpevole ritardo nel rendervene conto) e che oggi vede collaborare in studio Caitlin Cary ai cori.

L'ombra dei Whiskeytown (di cui la Cary fece parte come alter ego di Ryan Adams) si allunga naturalmente, mentre BJ Barham e soci non fanno molto per disconoscere la loro scorza di cantori della periferia americana, quella popolata da storie di fughe dal nulla (in Nothing To Lose cantano "Come on baby, take my hand, we're heading off to the promised land" e siamo già dentro un film), di città senza speranza (Reidsville), di amori spezzati e senza una via di uscita (Meredith), di figli che scrivono lettere accorate ai padri e alla famiglia (Water In The Well), magari dal fronte della guerra (Brother, Oh Brother). L'immaginario è segnato e sembra inserirsi nello stesso solco che abbiamo imparato a riconoscere fra le liriche e la musica di gente come Drive By Truckers e Lucero: nel caso degli American Aquarium il suono si fa però più dolce e malinconico, più squisitamente alternative country per la presenza della steel di Whit Wright e il piano di Zack Brown negli episodi full band.

La stessa Hurricane disegna il paesaggio di Small Town Hymns (titolo mai così esplicativo), anticipado un viaggio che avrà le sue rare bizze di elettricità nella sudista Nothing to Lose (organo e slide guitar sbilanciano leggermente l'anima della band), ma di fatto prediligerà i toni chiaroscuri, la nostalgia congenita di queste formazioni, la quale negli American Aquarium assume la forma di Coffee & Cigarettes, di una Rattlesnake che prende la strada della marcetta country rurale con il twangin' pressante delle chitarre di Ryan Johnson, fino a sfiorare l'heartland rock di Gone Long Gone, un hammond in lontananza per una ballata elettrica che non alza mai la voce e si strugge fra le parole di rimorso e abbandono intonate da BJ Barham. Per chi nutre una predilezione verso il lato più inquieto e elegiaco del genere, gli American Aquarium sono una promessa (o forse meglio una realtà fin qui ignorata, visto il loro curriculum) di quel interminabile sottobosco americano chiamato rock delle radici.
(Fabio Cerbone)

www.americanaquarium.net
www.myspace.com/americanaquarium



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