inserito 15/03/2010

Matt Harlan
Tips & Compliments
[
Berkalin records  2010
]



È la poesia delle piccole cose, la semplicità dei gesti di vite nascoste, raccontate con uno squisito piglio narrativo, che infonde il songwriting di questo musicista di Houston all'esordio discografico. Matt Harlan è uno dei regali più belli che certo country rock d'autore potesse fare di questi tempi: possiede la liricità, il gesto profondo, l'intensità descrittiva che soltanto gli storyteller di razza hanno avuto in passato e pare inseguire la stessa lezione di Robert Earl Keen, Chris Knight, Slaid Cleaves, insomma di quella generazione di songwriter che hanno fatto del racconto in chiave elettro-acustica un modo per tratteggiare l'altra America. Non è un caso che nella conduzione musicale di Tips and Complimets - uscito sul finire dello scorso autunno ma solamente in questi mesi circolato con interesse e regolarità anche nei circuiti Americana - siano coinvolti Rich Brotherton (produttore e titolare di chitarre e lap steel), Warren Hood (fiddle), Marty Muse (pedal steel) nonchè altri musicisti di quel Texas che guarda alla Mecca di Austin e alla migliore tradizione dei cosiddetti troubadour.

La scuola di Matt Harlan non si smentisce, seppure le qualità melodiche e aggraziate del suo gesto sonoro non alzino mai la voce e affrontino i personaggi e le storie (anche personali e autobiografiche) attraverso una voce spesso trasparente e garbata. Il tono generale di Tips and Compliments è difatti in maggioranza acustico e strettamente folkie, con qualche sporadica, timida accelerazione country rock: accade in Elizabethtown, splendido e amaro resoconto familiare di un fratello sulla cattiva strada, e ancora in Something New e Over the Bridge, lezioni di stile che proprio nella musica del citato Robert Earl Keen (ma dovremmo forse aggiungervi il lirismo del migliore Greg Trooper) paiono specchiarsi. Eppure qui non si tratta tanto di forma, perché contano davvero più che mai le parole: Matt Harlan ne ha di nostalgiche e assai profonde da mettere in mostra, seguendo l'onda delle emozioni e di un flusso di coscienza che evoca ricordi, scorci di rivelazioni in Skinny Trees of Mississippi, Suitcase Blues e Driving Song, gettando uno sguardo sul mondo e le sue ingiustizie in Waiting for Godot.

Il vestito per queste ballate è naturalmente in linea con la classe della penna di Harlan: un fiddle ondeggia sulla delicata scorza country rock della title track, si amalgama poi al fingerpicking e alle trame asciutte e rootsy di Walter e You're Just Drunk, finendo per azzerare ogni fronzolo e raggiungere il cuore dell'autore nell'esecuzione acustica di Dresses. L'impressione allora è che si tratti di un folksinger nella piena maturità e anche i numerosi riconoscimenti (dal festival di Kerville alla partecipazione al famoso Prairie Home Companion) lo lascerebbero pensare. Le sue canzoni possiedono la stoffa del romanziere e dio solo sa quanto abbiamo ancora bisono di gente di questa tempra.
(Fabio Cerbone)

www.mattharlan.com
www.myspace.com/mattharlan



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