inserito 08/11/2010

Richard Julian
Girls Need Attention
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Compass  2010
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Chi l'aveva scoperto nella camminata un po' sbilenca del mattino dopo in Sunday Morning In Saturday's Shoes non resterà stupito dalla qualità del songwriting di Richard Julian, che già un paio d'anni fa brillava di un'originalità tutta sua. I motivi per cui Girls Need Attention (un titolo che ha l'onore di dire la verità fin dalla copertina) suscita sorpresa si trovano tutti nello sviluppo di sonorità curiose e colorite, a volte ripescate da un'epoca in cui a New York le strade erano ancora fatte di pietra, a volte tese a realtà urbane molto più contemporanee e, in più di un caso, con un occhio verso i Caraibi, o giù di lì. La complicità di Lee Alexander, partner e sodale di Norah Jones (la ragazza che con molta gentilezza "ha lasciato le chiavi" a Richard Julian) e produttore di Girls Need Attention ha di sicuro un ruolo importante nella sua qualità e nella quantità sonora, però bisogna pur dire che Richard Julian è abbastanza lontano dal songwriter con chitarra e armonica standard.

E' abbastanza curioso da avvicinarsi a strumenti inusuali, l'ukulele nella bella Sweet Little Away o la chitarra resofonica in Alexander's Black Gt, o di lasciarsi trasportare verso un primordiale swing con la tuba e il clarinetto della splendida Georgie. Da un momento all'altro ci si aspetta Marc Ribot e invece spuntano Nels Cline (Wilco) con le sue stralunate tessiture elettriche e Jolie Holland a impreziosire una (grande) canzone come Girls Need Attention. Anche con Richard Julian serve molta attenzione per scoprire gli angoli "noise", ovvero la NYC contemporanea, in Words o Lost In Your Light e più in là persino gli accenti caraibici e solari di Stained Glass, il tutto collegato e coordinato da una voce magari non portentosa ma in grado di intrpretare con la giusta predisposizione ogni canzone.

Compresa l'ottima versione di Wedding In Cherokee County di Randy Newman che chiude in bellezza Girls Need Attention. Consigliato senza esitazioni a chi ama le canzoni con dentro un po' di storie, le chitarre acustiche appena sfiorate (bastano i pochi accordi di World We Made), i songwriter che sembrano cantare dal tinello, le notti prima e le mattine dopo in una città che non dorme mai e soprattutto a chi curiosa ancora in cerca uno scampolo di diversità e di eccentricità, non fossero altro che un clarinetto, un ritmo in levare o il rumore di un amplificatore in ebollizione.
(Marco Denti)

www.richardjulianmusic.com
www.myspace.com/richardjulian



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