inserito 25/10/2010

Tara Linda
Tortilla Western Serenade
[
Physalia Records  2010
]



Alcuni dischi hanno l'effetto di trasportati idealmente in luoghi lontani, dove non sei mai stato o in cui vorresti essere. Questo è l'effetto che produce Tortilla Western Serenade, terzo album per la cantante e fisarmonicista Tara Linda. Un album influenzato da sonorità tex-mex nato sulla frontiera tra Texas e Messico che coniuga quel blend fatto di waltz, tango, cumbia, ranchera, bolero, rock, jazz e blues. Sonorità tanto care ai Texas Tornados del leggendario Leonardo "Flaco" Jimenez qui presente come ospite, ai Los Lobos (soprattutto quelli di La Pistola Y el Corazon), ai Calexico e ai Los Super 7. La musica di Tara profuma di deserto e polvere, di frontiera messicana, di mescal e tequila, di cervezas con tanto chile. Le terre sono quelle che scorrono da San Antonio attraverso il Texas passando per Austin attraverso il New Mexico verso le Rocky Mountain fino al deserto di Sonora per concludersi a Tucson Arizona (dove è stato registrato l'album). Dopo gli inizi come batterista in gruppi rock di Austin, Tara si mette alla ricerca delle tradizioni musicali della sua terra, dedicandosi allo studio della fisarmonica. Seguendo una tournée mondiale che l'ha portata spesso ad aprire i concerti dei Los Texmatics (consiglio Borders Y Bailes), conosce il loro fondatore Max Baca che da un notevole contributo alla realizzazione di questa bellissima raccolta (oltre che produttore è coautore di tre brani e suona, come da tradizione, il bajo sexto).

Tara si fa accompagnare da i "Gila Men", una vera band di "conjunto tradicional" e da musicisti di tutto rispetto; tra tutti il grande Al Gomez dei West Side Horns alla tromba e da Bobby Flores (vincitore di un grammy) alla steel guitar, viola e violino. Atmosfera cinematografiche tanto care a Tarantino (per un ideale Kill Bill Vol. 3) aprono le danze con Muse's Duel Serenade scandita dal suono della tromba, dalla lap steel unita alla profonda e calda voce di Tara che ti trasportano in una cantina al confine con il Messico per il primo sorso di tequila. Ma la fiesta è solo all'inizio e prosegue in un bar malfamato di Tijuana con il waltz Virtual Love Disasters cantata per metà in spagnolo che sembra uscire dalla penna dei Texas Tornados. Si ritorna ad atmosfere desertiche con Soldier's Homecoming; ritmi rallentati con l'accordeon del Senor Jimenez ad accompagnare la voce di Tara che a tratti ricorda la messicana Lila Downs.

Mexico e mariachi si respirano in Wild West Huapango mentre chitarre twangy e atmosfere jazz avvolgono la suadente Dream Out Loud. L'irresistibile Never Say Never sa di tango argentino e si beve tutto di un fiato, il traditional Demon's Cumbia è ritmato ed è uno dei migliori brani della raccolta mentre Crossroads ricorda l'indimenticabile Lhasa per l'incedere da "french touch" con contrabbasso, violino e piano. Teresita è una ranchera con l'accordeon a dettare i ritmi mentre Leavin'Texas è molto rock con un basso pulsante e la chitarra ad intrecciare una melodia molto catchy. Sfortunatamente è ora di rincasare e il nostro viaggio si sta per concludere con l'ultimo trago di tequila accompagnati dalla bluesy Padre Kino's Ghost, ipnotica e rallentata. Siamo veramente alla fine, anche se Tara ci concede il bis con la reprise (molto più ritmata ) di Demons' Cumbia. Un album ben riuscito con tante sonorità di frontiera. Insieme a Rosie Flores e Patricia Vonne un'altra songwriter da San Antonio.
(Emilio Mera)

www.taralinda.com
www.myspace.com/taralindamusic



<Credits>