inserito 12/07/2011

Grayson Capps & The Lost Cause Ministrels
Grayson Capps & The Lost Cause Ministrels
[
(Royal Potato Family Records  2011
]



Prendiamo la poesia del Texas troubador Townes Van Zandt e l'attitudine ai margini del country di Steve Earle e mescoliamo il tutto con un po' di bayou blues (alla Howlin Wolf), tanto New Orleans Soul e incominciamo ad avere un' idea di quello che ci aspetta ascoltando questo quinto album per Grayson Capps. The Lost Cause Ministrels è sicuramente la raccolta più riuscita e completa di tutta la sua discografia, è l'album che tutti i fans si aspettavano, dove non ci sono riempitivi (come capitava spesso negli altri episodi) e dove si respira un profondo "South Vibe" a tratti sporco e duro, a tratti romantico ma sempre cantato con tanto cuore e suonato con grande feeling dalla nuova band che lo accompagna: i Lost Cause Ministrels. Dal 2010 Grayson ha sciolto la sua precedente band Stumpkockers per formare i "Menesterelli delle cause perse" cui l'album è dedicato: non quattro ragazzi scelti a caso ma una line up affiatata che costituiva i "Kung Fu Mama", una jam band a tutto tondo comprendente John Milham alla batteria, Chrisitan Grizzard al basso, Chris Spies all'hammond e Corky Hughes alle chitarre. E il loro sound pieno di "soul" riempie tutto l'album e ben si addice al vocione fumoso e bagnato di bourbon del songwriter dell'Alabama. La sua compagna Trina Shoemaker (Dylan Leblanc, Queen Of Stone Age, Sheryl Crow nel suo curriculum) fa tutto il resto, cucendo le diverse canzoni e registrandole nell'intimo home studio di Nashville dove Capps ora risiede.

In Highway 42 troviamo Dylan, Johnny Cash, Kris Kristofferson e tutto l'outlaw country, troviamo Sprinsgsteen, Steve Earle e il migliore songwriting americano di frontiera. La ballata dai sapori southern sembra una vera e propria cavalcata con quell'armonica e quei cori che ti contagiano a ogni ascolto, In Coconut Moonshine invece c'e il ritmo voodoo e la polvere di New Orleans con tanto di trombe, fiati e cori a creare un sound sudista autentico al 100%. John The Dagger cambia i ritmi con il suo opening heavy, la batteria che colpisce duro e i riff di chitarra che sembrano rasoiate. Un brano rock blues crudo, di sicuro impatto che vede Grayson alla slide. Janes' Alley Blues (brano del '27 presente nell'American Folk Anthology di Harry Smith) è l'omaggio sentito a Richard "Rabbit" Brown ed è la prima cover dell'album. Nella sua personale versione la voce sembra quella Nick Cave senza i Bad Seeds: recitativa come fosse un talkin' blues con un'affilatissima chitarra e un coro che avvolgono l'intero brano. L'acustica e rilassata Chief Seattle ricorda le trame di Delaney And Bonnie mentre Yes You Are è una love song che ha tutti gli ingredienti di una canzone gospel con tanto di cori e tocchi di Hammond in sottofondo.

La bellissima Annie's Lover (brano di Taj Mahal presente in Giant Step & De Ole Folks ) è uno swamp blues con la slide e il piano in bella evidenza, Ol'Sac è infarcita con suoni Mardi Gras e il jazz delle origini, con tanto di fiati da brividi sottopelle. No Definitions è il brano più duro e selvaggio della raccolta e forse il meno riuscito mentre Rock'n Roll è il degno epilogo della raccolta, una ballata elettro-acustica soffusa che parla delle tragedie e delle ironie della vita e del sopravvivere giorno dopo giorno imparando dai propri sbagli. Una raccolta che riassume alla perfezione il suono di New Orleans con il country e il R'n R che potrebbe portare il titolo: "The Wild The Innocente and The Lost Cause Ministrels". Mr. Capps è uno dei migliori southern troubador in circolazione.
(Emilio Mera)

www.graysoncapps.com


   


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