Grayson
Capps & The Lost Cause Ministrels Grayson Capps & The Lost Cause Ministrels
[(Royal
Potato Family Records 2011]
Prendiamo la poesia del Texas troubador Townes Van Zandt e l'attitudine
ai margini del country di Steve Earle e mescoliamo il tutto con un po' di bayou
blues (alla Howlin Wolf), tanto New Orleans Soul e incominciamo ad avere un' idea
di quello che ci aspetta ascoltando questo quinto album per Grayson Capps.
The Lost Cause Ministrels è sicuramente la raccolta più riuscita
e completa di tutta la sua discografia, è l'album che tutti i fans si aspettavano,
dove non ci sono riempitivi (come capitava spesso negli altri episodi) e dove
si respira un profondo "South Vibe" a tratti sporco e duro, a tratti romantico
ma sempre cantato con tanto cuore e suonato con grande feeling dalla nuova band
che lo accompagna: i Lost Cause Ministrels. Dal 2010 Grayson ha sciolto la sua
precedente band Stumpkockers per formare i "Menesterelli delle cause perse"
cui l'album è dedicato: non quattro ragazzi scelti a caso ma una line up affiatata
che costituiva i "Kung Fu Mama", una jam band a tutto tondo comprendente John
Milham alla batteria, Chrisitan Grizzard al basso, Chris Spies all'hammond e Corky
Hughes alle chitarre. E il loro sound pieno di "soul" riempie tutto l'album e
ben si addice al vocione fumoso e bagnato di bourbon del songwriter dell'Alabama.
La sua compagna Trina Shoemaker (Dylan Leblanc, Queen Of Stone Age, Sheryl
Crow nel suo curriculum) fa tutto il resto, cucendo le diverse canzoni e registrandole
nell'intimo home studio di Nashville dove Capps ora risiede.
In Highway
42 troviamo Dylan, Johnny Cash, Kris Kristofferson e tutto l'outlaw
country, troviamo Sprinsgsteen, Steve Earle e il migliore songwriting americano
di frontiera. La ballata dai sapori southern sembra una vera e propria cavalcata
con quell'armonica e quei cori che ti contagiano a ogni ascolto, In Coconut
Moonshine invece c'e il ritmo voodoo e la polvere di New Orleans con
tanto di trombe, fiati e cori a creare un sound sudista autentico al 100%. John
The Dagger cambia i ritmi con il suo opening heavy, la batteria che
colpisce duro e i riff di chitarra che sembrano rasoiate. Un brano rock blues
crudo, di sicuro impatto che vede Grayson alla slide. Janes'
Alley Blues (brano del '27 presente nell'American Folk Anthology di
Harry Smith) è l'omaggio sentito a Richard "Rabbit" Brown ed è la prima cover
dell'album. Nella sua personale versione la voce sembra quella Nick Cave senza
i Bad Seeds: recitativa come fosse un talkin' blues con un'affilatissima chitarra
e un coro che avvolgono l'intero brano. L'acustica e rilassata Chief
Seattle ricorda le trame di Delaney And Bonnie mentre
Yes You Are è una love song che ha tutti gli ingredienti di una canzone
gospel con tanto di cori e tocchi di Hammond in sottofondo.
La bellissima
Annie's Lover (brano di Taj Mahal presente
in Giant Step & De Ole Folks ) è uno swamp blues con la slide e il piano in bella
evidenza, Ol'Sac è infarcita con suoni Mardi
Gras e il jazz delle origini, con tanto di fiati da brividi sottopelle. No
Definitions è il brano più duro e selvaggio della raccolta e forse
il meno riuscito mentre Rock'n Roll è il degno
epilogo della raccolta, una ballata elettro-acustica soffusa che parla delle tragedie
e delle ironie della vita e del sopravvivere giorno dopo giorno imparando dai
propri sbagli. Una raccolta che riassume alla perfezione il suono di New Orleans
con il country e il R'n R che potrebbe portare il titolo: "The Wild The Innocente
and The Lost Cause Ministrels". Mr. Capps è uno dei migliori southern troubador
in circolazione. (Emilio Mera)