Al pari di altri figli di personaggi che hanno fatto la storia della musica,
anche Adam Cohen ha deciso di seguire le tracce del padre, scegliendo di
tornare, dopo alcuni album commerciali, alle sue radici e alla musica che ascoltava
da bambino.. Nato in Canada, ha vissuto la sua infanzia con la madre Suzanne Elrod,
dopo che i genitori si separarono vivendo tra Parigi, l'isola di Hydra (Grecia),
il Greenwich Village e L. A. Ha imparato, a soli 12 anni, a suonare la chitarra,
la batteria e il piano. Il suo omonimo debutto del '98 era un tentativo di scalare
le classifiche con un pop commerciale e ammiccante alla Michael Bublè, che non
lasciò molte tracce a parte un incoraggiante "promising". Questo mezzo passo falso
lo portò nel 2004 a fondare un proprio gruppo, i Low Millions, e a incidere un
album completamente in francese dal titolo "Melancolista". Poi il silenzio per
7 lunghi anni, rotto da questo sua terza raccolta che, come dimostra il titolo,
è una scelta definitiva a essere l'uomo che ha sempre voluto essere, il songwriter
che ha sempre desiderato diventare. L'ombra del padre è presente in tutto l'album,
costruito su una strumentazione ridotta all'osso che comprende il piano, la batteria
sempre suffusa da parte del polistrumentista Michael Chavez insieme alla brava
Mai Bloomfield ai cori, alla slide e al violoncello.
La musica di Cohen
Jr. è lenta, espressiva, malinconica, ricca di poesia e parla di amori voluti
e sofferti, di amori persi e ritrovati con una voce a tratti simile a quella del
padre e almeno tre grandi canzoni che meritano di essere ascoltate e che fanno
bene all'animo. What Other Guy ricorda indubbiamente
Leonard (ha qualcosa di So Long Marianne) anche se gode di vita propria con quel
coro a più voci che non può non farti provare un brivido sulla schiena. Impossibile
non rimanere incantati dalla fragilità ed emotività della titletrack, sussurrata
in punta di piedi, accompagnata dalla grazia di pochi accordi di chitarra e da
un organo in sottofondo. La ballata evidenzia anche la bravura di Adam come autore,
con testi ricchi di poesia che onorano il suo cognome come l'iniziale Out
Of Bed, scritta dieci anni fa e che musicalmente rimanda al miglior
Jeff Buckley. Regna la calma nella notturna Matchbox
e nell'intima Lie Alone, che ricorda "Bird
On A Wire". Overrated è una ballata umorale
e acustica ben costruita dai tratti molto soulful, mentre Sweet
Dominique è l'ultimo capolavoro dell'album: il perfetto connubio tra
malinconia, emotività e voglia di amare la vita. Adam dimostra di saperci fare:
saltate l'ostacolo, spesso ingombrante, del cognome famoso e dategli una possibilità.
Se lo merita.
Adam Cohen dal vivo Madrid Sala El Sol 28/10/2011 H.
24.00 "Por favor appagais los mobiles", mettetevi comodi e venite vicino al palco
raccomanda Adam prima di intonare What Other Guy, uno dei brani più riusciti
del suo nuovo album. Se la cava ben con lo spagnolo e si scusa se alcune sue canzoni
sono troppo malinconiche. Canta Sweet Dominique insieme alla brava Mai
Bloomfield alla seconda voce (che ha aperto il concerto) Girls This Day
e Matchbox dall'ultimo album. Arrivano le sorprese, con una versione strappalacrime
di What's Going On di Marvin Gaye e una di Bird On a Wire da brividi
sottopelle. S'intrattiene con il pubblico, parlando della vita condivisa tra madre
e padre e dei diversi posti dove ha vissuto. E' cordiale, scherza e persino offre
due bottiglie di tequila ad alcuni presenti. L'intimità regna in tutta la sala
costipata da non più di 50 persone attente e concentrate a non perdere una nota
del concerto. Il finale è affidato a una bellissima, intensa versione di So
Long Marianne, con la band e tutto il pubblico a ripetere il ritornello.
E a tratti chiudendo gli occhi si aveva la sensazione di ascoltare il grande Leonard.
Out Of bed è il gradito bis che strappa gli applausi degli entusiasti presenti
per un concerto inaspettato per intensità e intimità. Raccomandabile veramente.
P.S. il 03/12/11 sarà a Milano per l'unica data italiana (Emilio Mera)