Lo sapevo che una copertina
vecchio stile (sembra un disco country dei seventies) come quella di Down
on the Bikini Line non poteva che racchiudere delle grandi canzoni e così
è stato. Nato nel Montana e trasferitosi in tenera età nella rurale Virginia,
Jonny Corndawg ha vissuto per un paio di anni in una mal ridotta camera
a Nashville prima di deporre definitivamente i suoi speroni a Brookyln. Jonny
Fritz (il suo vero cognome) sembra proprio essere quel tipico cowboy di provincia
in cerca di fama e fortuna nella grande mela, che rimanda al mitico ruolo di Jon
Voigt nel capolavoro "Un Uomo Da marciapiede": maratoneta appassionato, motociclista
e operaio allo stesso tempo, Corndawg è un countrysinger a 360°, infatuato di
tutto il movimento "outlaw", da Waylon Jennings a Billy Joe Shaver, con più un
piglio da singer songwriter dei giorni nostri alla Bonnie Prince Billy o Jason
Molina. Grande amico dei Dawes (con i quali è andato in tourneé, suonando anche
nell'ultimo Middle Brother), Jonny scrive testi che nascono spontanei lontano
dalla scrivania di casa. La maggior parte di questi sono stati pensati correndo
a piedi o in sella alla sua inseparabile motocicletta come uno spirito libero,
sempre a stretto contatto con la natura dove la testa è più aperta e rilassata.
L'alternanza tra honky tonk ballads e canzoni più acustiche ed intime
donano a Down on the Bikini Line (suo secondo album dopo l'esordio del 2008 I'm
not Ready to be a Daddy) un'aria frizzante e nuova rendendolo irresistibile
dall'inizio alla fine. La band che lo accompagna può essere paragonabile ad un
"A-Team" della scena country di New York che comprende Ban Martin (batteria),
Jordan Caress (basso), Rich Gilbert (sempre presente con la sua steel) e Joshua
Hedley (al fiddle) oltre a John J. McCauley (alle chitarre) dei Deer Tick.
Ecco scorgere dalle prime note di Shaved Like a Razor
(ripresa anche nel finale in versione più lenta) un invito a stare lì incollato
allo stereo ad ascoltare il resto. Un attacco degno del migliore Waylon apre la
canzone con steel e violino ad arricchire una melodia accattivante e di sicura
presa. L'asfalto è bollente, l'aria di Nashville brucia la pelle e gli occhi,
nonostante la polvere, sono fissi sulla strada; incomincia l'inarrestabile Chevy
Beretta, l'opener dei suoi concerti con quel elegante tocco twangy
e il contributo di Caitlin Rose alla seconda voce.
Dog
On a Chain è una ballata spezza cuori costruita intorno a trame elettro-acustiche
tanto care a Songs Ohia, mentre Fools and Sages
ha quel tocco bluegrass con piglio romantico capace di farti respirare a pieni
polmoni l'aria della provincia americana. Life Of a Bear
è veloce e si digerisce come uno shot di tequila, così come la notturna e viscerale
Night Rider, carica di feeling, alla quale
è difficile resistere. When A Ford Man Turns to Chevy
sembra una tradizionale honky tonk ballad con tanto di fiddle ma a
metà, accelera i tempi trasformandosi in un classico rockabilly suonato a tutta
velocità, mentre la trascinante Red On the Head
ha un attitudine punk-roll tanto cara ai Social Distorsion. Si ritorna alla tranquillità
con Undercover Dad, yodel acustico con piano
e violino in bell'evidenza. Chiude lo show Silver Panty
liners, un duetto cantato a cappella in compagnia della brava Caitlin
Rose. Insieme a Robert
Ellis tra le più genuine sorprese dell'anno in ambito country. (Emilio
Mera)