inserito 19/07/2010

Howe Gelb & A Band of Gypsies
Alegrias
[Fire records
 2011
]



Personaggio funambolico e stravagante Howe Gelb è stato innanzitutto un precursore di un certo suono di confine con la sua principale creatura, i Giant Sand, quindi con il progetto estemporaneo degli OP8 e con i grandi Band Of Blacky Ranchette. Ma Howe è sempre stato un outsider, uno che preferisce cavalcare strade secondarie, sperimentare continuamente, mettersi in discussione, incontrare nuovi stimoli, nuove fonti d'ispirazione per la sua musica e anche rischiare con nuove idee e progetti. Ogni suo album ti trasporta in terre e culture distanti tra loro; i panorami cambiano continuamente: si passa dal deserto dell'Arizona di Confluence alla Danimarca di The Listener, al gospel (registrato con ausilio di un coro canadese) dell'ultimo Like You con gli 'Sno Angel per finire in Spagna, nella multietnica e tollerante città di Cordoba dove (come Obama ha recentemente affermato) arabi, cristiani, ebrei convivono insieme senza contrasti. Una serie di fortunate coincidenze hanno portato Mr. Gelb a reinterpretare alcune sue vecchie canzoni e a scriverne altre nuove in puro stile flamenco, come un vero no man's land in movimento, lasciando inalterate le sue radici ancorate a quel suo suono desertico che è diventato ormai il suo marchio di fabbrica.

L'atmosfera calda e magica di questa città insieme all'incontro con Raimundo Amador e i suoi Band of Gypsies (Lin Cortes e Juan Panki alle chitarre, Anil Fernandez cajon a cui si aggiungono ai cori Angela, Rocio e Prin'Lala) hanno portato il nostro a registrare questo nuovo Alegrias (con una bellissima copertina) sotto il controllo dell'amico fedele John Parish. La cosa curiosa è che la Band of Gyspsies non parla inglese mentre Howe non parla spagnolo, a parte le poche parole di cortesia apprese nei suoi numerosi viaggi nel Mexican border, ma la sua voce roca e sabbiosa può disarmare qualsiasi ascoltatore e così, senza pensarci due volte, tutti insieme hanno cominciato a suonare per ore intere, entrando in sintonia con semplici gesti e tanto coinvolgimento. Il rifacimento di 4 Doors Maverick (da Hisser) è da brividi con quella voce tanto calda e roca, quel fraseggio di chitarra flamenca e l'handclapping ad arricchire una delle canzoni più belle di Gelb. Essere rapito da una zingara e vagabondare per tutto il mondo come un nomade è il sentimento che trasmette Uneven Light Of Day. Suoni sghembi da Tapas bar all'ora di chiusura con un ultimo sorso di tequila si respirano nell'inedita e bella The Ballad Of Lole Y Manuel cantata in spagnolo, con l'aiuto degli azzeccatissimi cori gitani. Si ritorna in Arizona con i paesaggi desertici di Cowboy Boots (classico da The Listener) con Blood Orange (sempre da The Listener) e i suoi tramonti che ti lasciano senza parole, rifatta con l'aiuto delle tre chicas gitane al seguito.

Si entra nel folklore passionale del flamenco con Notoriety, nelle effusioni pianistiche con Lost Like a Boat Full Of Rice, nello spoken di Always Horses Coming e nel magico mondo di Paco De Lucia e dei Pata Negra con The Hungin'Judge dominata dal sound della fisarmonica. Broken Bird & the Ghost of River è puro sonido latino con le chitarre spagnole e il cajon a fare da padrone, Saint Conformity (sempre da Confluence) è stravolta con quei suoni improvvisati che sanno molto di atmosfere messicane. Notoriety e Where The Wind Turns the Skin into Leather son le meno riuscite della raccolta mentre un piano appena sussurrato e le corde di una chitarra pizzicata accompagnano, all'imbrunire, la conclusiva e malinconica One Diner Town. Amigos, il cowboy di Tucson ha ancora una volta fatto centro.
(Emilio Mera)

www.howegelb.com
www.myspace.com/howegelb



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