Capita spesso che un banjo,
un'armonica e una rudimentale stompin' box possano suonare tanto rabbiosi, infuocati
e punk come una band hardcore di fine anni '80. Basti pensare a Mike Ness (anch'egli
originario del Massachussets), a Mark Lanegan, a William E. Whitemore ma anche
all'approccio "punk" di Johnny Cash (con il suo famoso dito) di Woody Guthrie
(e la sua chitarra con la mitica scritta "The Machine Kills Facists" ) per rendersi
conto di quanto la musica acustica e folk possa suonare "Loud and Fiery". Anche
James Keyes, con un passato in una punk band (i Numbskulls) ha deciso di
rimettersi in gioco imbracciando il suo banjo, la sua vecchia armonica per ritornare
alle origini della musica: al folk e al blues rurale degli anni '30 e alla musica
scritta e suonata con il cuore in mano. James Keyes è un altro loner, un outsider
della profonda provincia Americana; un songwriter perennemente "on the road",
in fuga dalle innumerevoli "smalltowns" in cerca di un mondo migliore e di quell'American
Dream cui non si smette mai di credere. Anche se i suoi padri putativi rimangono
Hank Williams e Woody Guthrie, nelle sue canzoni c'e anche la "musica del diavolo"
con una vena oscura e maledetta alla Woven Hand.
Devil Take The
Hindmost é una collezione quasi perfetta di roadsongs da ascoltare al
volante di una macchina in una highway polverosa e deserta, con una bottiglia
di Jack'Daniels e un pacchetto di sigarette sul cruscotto. In compagnia della
sua armonica e del suo banjo si presenta con Steel Toes
And Blue Jeans una ballad ad ampio respiro che ti fa sentire libero
di viaggiare, di abbandonare tutto in cerca di un mondo migliore. Sunday
Morning è una field song che sa di sudore, fatica e domeniche passate
in chiesa pregando per un buon raccolto e se la riuscita You're
Not Alone può ricordare Eddie Vedder (l'approccio acustico della colonna
sonora di "Into The Wild"), Ain't Going Down Like That
è ricca di quell'Heartland sound tanto caro all'ultimo John Mellencamp. Old
Rider ricorda il suo patto con il diavolo con una folk song oscura
con tanto di violino in primo piano. Paper In The Wind
è uno dei brani più riusciti; una ballata dolce-amara ricca di poesia, in grado
di metterti le ali ai piedi. Wicked Night e
Slow Motion Blues sono due stomping foot
blues alla Mississippi John Hurt che ti trasportano all'incrocio con la Route
66 per un incontro faccia a faccia con il diavolo. Summer
Song ti ricorda che il cielo e le nuvole non ci abbandonano mai con
la loro bellezza e la sua semplice melodia, costruita su banjo e armonica, ti
avvolge come il sole in una fredda mattina d'inverno. Long
Way Around possiede un'incantevole melodia con quel tocco desertico
dell'elettrica. Ones Before è invece una canzone
tinteggiata di gospel che ti fa trovare la pace dei sensi, mentre la solare September
31 e la dylaninana Just One Brick
cedono il passo all'apogeo finale dell'elettrica The
End Of The Road con il suo muro sonoro di chitarre riverberate e voce
distorta.
Un Hoodoo elettrico che regala le chiavi per l'ingresso all'inferno
e che rammenta i suoi trascorsi nella scena punk americana. Nella speranza che
non si riduca a carta bruciata in balia del vento (come dice la sua canzone) Mr.
Keyes si rivela con questa sua seconda prova (dopo Ruminations del 2010) come
una promessa di sicuro interesse. James ha venduto la sua anima al diavolo e la
sua voce vi colpirà come un serpente a sonagli risultando a volte dolce e romantica
e altre volte tanto secca, aspra e agreste da farvi venire sete (...di whisky).
(Emilio Mera)