Sarah
MacDougall The Greatest Ones Alive
[Sarah
MacDougall
2011]
"Some
people put their lives in a dream. I put my life inside a song" canta Sarah
MacDougall nella prima frase del suo terzo album The Greatest Ones Alive,
rivelando un sentimento personale non solo sulla sua vita, ma anche sulla sua
musica, sui suoi testi e sulle sue canzoni. E questa passione e onestà sono messe
in luce con una voce intensa e fragile che dimostra tutta la sua vulnerabilità,
evocando sia un senso di freddo, pioggia e inverno, sia un senso d'intimità capace
di farti innamorare all'istante. Residente a Toronto (come l'interessante collega
Doug Paisley), Sarah è una folksinger dall'animo sensibile e dal talento naturale
che entra di diritto all'interno della nuova generazione folk al femminile (Alela
Diane, Laura Veirs, Laura Marling) e che però porta dentro di sé una certa malinconia
tipica della sua terra d'origine, la Svezia, riconducibile a cantautrici come
Stina Nordenstam e Ane Brun.
The Greatest Ones Alive è un bellissimo "piccolo"
(purtroppo solo 37 minuti) album che diventa familiare solo dopo diversi ascolti.
Sarah aveva già destato una buona impressione di critica con il suo precedente
album Across
The Atlantic del 2009 e con la sua recente tourneé europea (compresa
l'Italia) in compagnia di Betty Soo, Gordie Tentrees (presente nell'album,
si veda anche il video qui dis eguito) e Greg Trooper. Prodotta a Vancouver, con
l'aiuto del polistrumentista Matt Rogers e dell'esperto Bob Hamilton, la raccolta
vede la partecipazione degli amici di sempre, il bravo Tim Tweedale (una presenza
costante con il suo infallibile tocco alla slide, pedal steel e dobro), Shawn
Killaly alla batteria e Chrisitna Zaenker alla viola e violino. La sensazione
di freddo e inverno insieme ad un grande amore per gli spazi naturali incontaminati
delle latitudini canadesi sono presenti in tutto l'album, con canzoni come Peramfrost,
scritta in casa a una temperatura esteriore di -30°, dove la voglia di stare sola
e la lontananza da casa trasmettono un senso di "felice" malinconia. Sarah ci
prende per mano accompagnandoci in un viaggio personale punteggiato dalle sue
delicate folk song ricche di pathos, come l'iniziale Sometimes
You Lose, Sometimes You Win una ballata di grande coinvolgimento che
colpisce in profondità. Quando intona It's My Place,
la gentilezza e fragilità della sua voce sembrano volerci accarezzare (è sempre
lei la backing singer). E la sua musica ti fa salire la temperatura corporale
come nella titletrack, che richiama la bellezza della natura capace di tenerti
compagnia e di farti superare gli ostacoli della vita (come dice il testo), ricca
di un crescendo da brividi sottopelle.
La semplicità di MMM
va diretta al cuore mentre l'epica It's A Strom! é
la canzone più rappresentativa dello stile personale di Sarah: opening appena
sussurrato da un flebile violino, una dolce melodia e un ritornello a più voci
(quel cosa succede: è una tempesta) che ti entra come una filastrocca e un finale
a cappella. Song #43 é una country song romantica
che mette ancora una volta in evidenza le sue doti vocali insieme al suo gentile
picking, mentre la lunga Cold Night riesce
a trasmettere forti emozioni e vede la partecipazione (solo per questa traccia)
di Awna Teixeira (Po'Girl) ai cori. La corale We're all
Gonna Blow Away (che ricorda Cat Power e Lisa Germano) ci lascia in
punta di piedi con una llullaby che ci fa sentire più forti di prima. Sempre dal
Canada una delle migliori sorprese di questo 2011. Per tutte le anime sensibili.
(Emilio Mera)