inserito 03/10/2011

Laura Marling
A Creature I Don't Know
[
V2/ Coop Music  
2011]



La tentazione è forte: una firma in calce e Laura Marling liquidata come un'altra, l'ennesima figlioccia di Joni Mitchell e Sandy Denny, persa nelle melodie circolari del folk rock d'autore di una stagione lontana, divisa fra i retaggi della sua terra inglese e le tentazioni americane del produttore Ethan Johns. Facile, certo, ma anche irrispettoso di un talento che disco dopo disco sta affrontando la sua maturazione in pubblico: se qualcuno aveva già storto la bocca per il passaggio dalla immacolata forma folk dell'esordio Alas I Cannot Swim al più ambizioso I Speak Because I Can, resterà ancora più sorpreso dalle intenzioni di A Creature I Don't Know, un disco scuro e avventuroso dove la Marling si dice per la prima volta soddisfatta della raggiunta indipendenza. Lei stessa sottolinea infatti come i legami artistici e sentimentali con Noah and the Whale e Mumford & Sons avevano influito sulle opere precedenti, mentre il nuovo corso ha preso forma in un lento cammino di introiezione, armata della sola chitarra. La mano di Ethan Johns si sente ancora forte e chiara, questa volta calcando la mano su alchimie più elettriche e un clima in generale più estroverso, ma è innegabile che sia giunto a sovrapporsi solamente in un secondo momento. Quello che conta oggi è l'idea che una ragazza di ventidue anni sia già l'indiscussa musa del folk inglese, forte di due nomination ai Mercury Prize e di un'aspirazione artistica evidente.

E' proprio The Muse, sorta di trasfigurazione della sua persona, a dettare il tono, fra introspezione e spiritualità, dell'album, un saltellante folk dalle trame jazzy che inevitabilmente riporta alla stagione di mezzo della Mitchell. Ma c'è ben altro fra le pieghe di A Creature I Don't Know: un'ingenuità di fondo che ci rammenta in definitiva la giovane età della Marling e la sua ulteriore possibilità di crescita, nello stesso tempo una sorta di saggezza fuori tempo che colloca le sue canzoni al di là di qualsiasi raffronto contemporaneo. In tal senso bisogna sforzarsi di superare i primi scogli, li dove l'eterea I Was Just a Card e una fluttuante Don't Ask Me Why giocano a rincorrere uno stile ormai riconoscibilissimo e un'eredità lampante con il british folk d'annata. Superato l'ostacolo, comunque gradevolissimo, ci sono sorprese che scaturiscono proprio dalla curiosità di una giovane autrice: i continui riferimenti alla poesia e alla letteratura, l'ossessione per diavoli e angeli, in metafore che hanno del biblico, saranno magari il segno di una certa inesperienza o forse meglio innocenza, ma sono anche il riflesso di una grande semplicità.

Ecco allora il cambio di registro, la chitarra spanish ad introdurre Salinas, racconto "western" ispirato da una biografia di John Steinbeck, pronto ad aprirsi in un secondo atto della canzone più elettrico. Tecnica che trova la sua migliore applicazione in The Beast, oscuro capolavoro del disco: chitarra e voci quasi impercettibili in apertura e una montante tensione, pronta a deflagrare in un folk rock che ha il senso dell'epico. Struttura tipicamente legata agli insegnamenti del genere, questo è vero, ma anche segnale che Laura Marling ormai non teme di maneggiare le sue ispirazioni: Night After Night è un lamento acustico degno di Leonard Cohen, Rest in Bed torna nella bruma inglese e la scoppiettante My Friend riprende un più familiare canovaccio che rimanda ai primi episodi dell'artista. La dimostrazione però che A Creature I Don't Know sia il frutto più interessante della finora fulmimante carriera della Marling arriva sul calare dell'album: Sophia è una ballata dal fascino antico, divisa in due tempi, dai vocalizzi celestiali della prima parte ai tratti ruspanti della seconda, mentre All My Rage, intrecciando i fili della tradizione tra una filastrocca acustica e un canto corale, torna placida all'ovile del new folk inglese. Prendere o lasciare, Laura Marling cambia pelle senza variare il tema portante della sua musica.
(Fabio Cerbone)

www.lauramarling.com


  


<Credits>