inserito 16/05/2011

Zoe Muth & The Lost High Rollers
Starlight Hotel
[
Signature Sounds  
2011]



Avevamo lasciato Zoe Muth in compagnia dei suoi Lost High Rollers con quell'omonimo esordio che tanto ci aveva sorpreso per la sua freschezza e originalità. Con questo secondo capitolo dal titolo Starlight Hotel la nostra songstress fa ancora meglio, grazie ad un ulteriore passo avanti. La cantante originaria di Seattle (ormai un'alternativa a Nashville o Austin) mantiene quel timbro vocale dolce e soulful capace di incantarti e accarezzarti il cuore (come erano capaci Iris Dement o Kitty Wells), una songstress eccezionalmente dotata con testi che dimostrano tutta la sua vulnerabilità ( da molti paragonata ad Emmylou Harris) con le sue story-songs che raccontano di bad boy, heartbreaker lover e honky tonk nights. Quello che cambia è il sound creato dai Lost High Rollers, una band ormai affiatata che suona semplicemente "alla grande" senza tralasciare una nota o il minimo dettaglio. In un solo anno troviamo un combo più maturato e più affiatato, in grado di donare alle ballate e alla voce di Zoe una maggiore profondità e un maggiore feeling. Il dolce sound del mandolino di Ethan Lawton si mescola con quello desertico della pedal steel dell'esperto Dave Hamonson, mentre Mike McDermott accompagna con la sua chitarra e Greg Nies tiene il ritmo senza mai essere troppo intrusivo.

Con I've Been Gone, Zoe ci fa entrare nella sua musica con un inizio trascinante che ricorda Ring Of Fire, con quei fiati mariachi che adornano il brano e quel cantato che fa tornare in mente Loretta Lynn. Whatever's Left ci conduce nelle strade secondarie di una border town (Take to the Back side of town) con una melodia solare arricchita dall'eccellente lavoro al mandolino. Let's Just Be Friend è una bellissima ballad dolce amara con la steel e il madolino in bell'evidenza, mentre Before The Night Is Gone è intima e acustica con la voce di Zoe che ti accompagna prima che le luci dell'alba accendino il nuovo giorno. Harvest Moon Blues ci riporta in piena notte con un'altra ballata corale molto emotiva e toccante arricchita dal coro della band, mentre la lunga New Mexico fluttua tra Gram Parsons e Neil Young con un mood pigro dettato dalla steel e dal mandolino. If I Can't Trust You With a Quarter è un juke box blues destinato a durare nel tempo, con la pedal steel a pennellare note su note. La storia narra di una jukebox girl (che possiede una grande collezione di dischi country) che pensa di aver trovato la sua anima gemella fino a che non scopre, dopo una breve chiacchierata, che il presunto Mr. Right non ha mai sentito parlare del grande John Prine (Any man that doesn't aprreciate Prine simply can't be Mr. Right).

Gli ultimi due brani della raccolta dimostrano tutto lo charme di Zoe: la title track (come si può notare dalla cover) racconta di quelle tipiche bettole della provincia americana con le tende perennemente chiuse dove consumare una "one night stand" o una sbronza di whisky. Il brano ti cattura con quel suo mood da vera storyteller, mentre la divertente Come Inside è un invito a entrare nella sua musica e schiacciare il tasto "repeat". Una conferma del valore di Zoe Muth, che con questo Starlight Hotel ci dimostra di aver la stoffa per entrare direttamente nell'olimpo della musica country al femminile. Con lei il genere riacquista la sua vera anima, oggi troppo spesso persa per strada.
(Emilio Mera)

www.zoemuth.com
www.myspace.com/zoemuth


    


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