North
Mississippi Allstars Keys to the Kingdom
[Songs
of the South 2011]
La morte di Jim Dickinson nel 2009 ha lasciato un grande e incolmabile vuoto
nella vita dei due figli Luther e Cody. Keys to the Kingdom è il
loro primo album dopo la sua dipartita ed è un omaggio sentito alla sua vita e
ha ciò che ci ha lasciato. Nell'album c'e ancora l'impronta e il ricordo del padre
e la frase "produced FOR Jim Dickinson" che adorna la back sleeve, rende omaggio
al suo genio come produttore mentre le "haunting" code di piano (da parte del
grande Spooner Oldham) rendono omaggio a Mr. Dickinson come pianista. Quattro
giorni dopo il suo funerale Luther, con i suoi Sons of Mudboy, decise di entrare
in studio e registrare in onore al padre il bellissimo Onward
& Upward. E proprio quell'album influenza il suono e gli umori di questo
loro ottavo album. Gli Allstars suonano con ardore tirando fuori dal profondo
della loro anima tutto il loro dolore, lasciando da parte la spregiudicatezza
hard rock del precedente lavoro (Hernando del 2008) con un album personale, intimo
e maturo. La loro è una celebrazione della Vita di fronte alla morte e non un
album triste (Luther ha avuto anche la sua prima figlia 3 mesi dopo la morte di
Jim), questo è il loro "miglior album country, blues e Mississippi R'n Roll" (nelle
parole di Luther).
Registrato nello Zebra Ranch (la loro Electric Church
fondato da Jim) con l'amico Chris Chew al basso, si ha la sensazione di tornare
a quel suono e a quella atmosfera carica che fu di Exile on Main Street con amici
e sessionmen a collaborare per una raccolta che sfiora il capolavoro. This
A'Way da un calcio al passato e apre le porte al loro tipico stomp
blues sound del profondo Sud con la tagliente chitarra di Luther ad intessere
trame ed assoli seguito dal preciso drumming di Cody. Jumpercable
Blues è puro RnR mentre The Meeting
è uno swampy gospel blues trascinante e carico di adrenalina con un suono quasi
funky che entra nelle budella, con la brava Mavis Staples in grande spolvero
a regalarci attimi di grande intensità in duo con Luther. How
I Wish My Train Would Come è una ballad mid-tempo ricca di spiritualità
e suonata con il cuore in mano dai due fratelli (con un riff che rimanda alla
premiata ditta Jagger/Richard) mentre il potente battito della batteria apre Hear
The Hills, un brano elettrificato e introspettivo scritto da Luther
che ricorda Jim con il "Rest in Peace" che riecheggia nelle orecchie e le colline
che chiamano il suo nome. Un intermezzo e il brano riparte con la sua melodia
angelica e con le note di quel piano come se fosse proprio lui, lì presente in
studio ad accompagnare i due amati figli.
La versione di Stuck
Inside The mobile With the Memphis blues (già nel loro album del 2007
Songs of The South ripresero Masters of War di Dylan) è stravolta e più bluesy
rispetto all'originale, in puro Mississippi style, mentre Let
It Roll è il loro canto di dolore, un gospel sanguigno scandito dal
ritmo di un piano e dalla slide e qui riproposta (apriva Upward & Unward) in una
versione più ritmata. Ry Cooder presta la sua slide nella bellissima Ain't
No Grave, un vero inno alla vita e non poteva mancare all'appello un
altro amico dei Dickinson, Alvin Youngblood Hart (già nei South Memphis String
Band e forse uno dei migliori esponenti del Delta Blues ai giorni nostri) che
con quel suo vocione bluesy arricchisce la tradizionale Ol'Cannonball,
una bellissima old timey ballad. Non solo malinconia ma anche rabbia viene
fuori nel vodoo blues New Orleans Walkin' Dead con
Alvin indemoniato all'armonica o nel blues elettrico di Ain't
None O'Mine, di matrice Zeppeliana, con Cody che si da un bel da fare
nel far pulsare la sua batteria. La consapevolezza che c'e' un'altra vita dopo
la morte è evidente nella conclusiva e gioiosa Jellyrollin
All Over Heaven che ci lascia ancora una volta con il suono del piano
accompagnato da quello delle cicale.
Questo è American gospel, questa
è soul music o semplicemente é il loro miglior album dall'esordio. Così prendete
una sedia (preferibilmente a dondolo) versatevi un po' di whisky nel bicchiere
e come diceva il buon Jim "It's a good time to listen to the blues"; se veramente
non digerite questo suono c'e qualcosa che non va. Ancora grande musica dal profondo
Sud. (Emilio Mera)