inserito 03/10/2011

Chuck Ragan
Covering Ground
[
Side One Dummy/Rude records 
2011]



Al giorno d'oggi è difficile trovare songwriters come Chuck Ragan. Per quasi due decadi il cantante di Gainsville, Florida ha attraversato in lungo e in largo il suo paese, prima con la sua band punk Hot Water Music e poi da solo come un vero troubador. Questo suo terzo album (senza contare i live e le numerosi collaborazioni con Tim Barry, Ben Nichols e insieme al bravo Austin Lucas) è una love letter alla sua vita "sulla strada" ed è senza ombra di dubbio il suo più onesto e riuscito album fino ad oggi. Per avere un confronto letterario Covering Ground è l'equivalente di "On the Road" di Jack Kerouac, visto che tutte le canzoni sono state scritte in viaggio durante le sue estenuanti tourneé (l'anno passato aprendo i concerti di Social Distortion e Gaslight Anthem) intorno agli States. "Fare musica è la nostra passione ma è anche una scelta che influenza la tua vita dalla mattina alla sera quando devi dare tutto quello che hai per il pubblico che è lì per te" (dice Chuck in una recente intervista).

Dal suo esordio del 2007 - Feast Of Famine - all'ultimo e bellissimo Gold Country Chuck è riuscito a creare il suo "Sound", che fa leva sulle corde taglienti della sua chitarra acustica e sulla sua voce sporcata da tante sigarette e tanto whisky (a volte con accenti molto Springsteeniani). Il suo songwriting potrebbe definirsi come "Lonesome Sound", dove la strumentazione è ridotta all'osso senza distorsioni, feedback e senza alcuna percussione, in grado così di rivelare un cantautore come è veramente nella sua integrità e anche nella sua intimità. Quello che si ascolta in questa sua ultima fatica è la voce, la quale appare sempre più sofferta e piena di dolore, il suo strumming accompagnato dal fiddle (dell'amico di sempre Jon Gaunt), dal contrabbasso (quello di Joe Ginsberg), da qualche coro in sottofondo e niente più. Vi troviamo ospiti illustri come Brian Fallon (Gaslight Anthem), Chris Thorn (Blind Melon), Chris Phillips (Squirrel Nut Zippers) e la brava Audra Mae come seconda voce. In Covering Ground scopriamo tutta la passione, l'energia, la carica il vigore, la rabbia e la tenerezza delle sue esibizioni dal vivo.

Troviamo soprattutto una manciata di canzoni scritte e cantate con il cuore in mano come le iniziali Nothing Left To Prove e la road song Nomad By Fate che aprono la raccolta; un concentrato di grande impatto emotivo basato su un suono sempre più essenziale, con elementi folk e alternative country. In You Get What You Give (dal bellissimo testo) Chuck tira fuori tutta la sua rabbia, il coraggio e la disperazione mettendo in evidenza i suoi trascorsi nella scena punk californiana. La sua voce, quasi urlata, è accompagnata dal solo violino per una ballata molto intensa e passionale. Se Wish on the Moon profuma di Irlanda (i Wateboys principalmente), l'incontro con la voce femminile di Audra Mae rende Valentine di una dolcezza spiazzante e irresistibile. In Right a Rain il mandolino e il fiddle accompagnano il vocione di Chuck, che sempre più ricorda quello del Boss. Seem We're Ok è una ballata corale da brividi sottopelle con una bella armonica di Dylaniana memoria, mentre Meet You In The Middle è la classica heartland ballad con Mellencamp nel cuore. Le dolcezze acustiche della conclusiva Last And Found ci lasciano dopo tre quarti d'ora di grande musica per un songwriter con la S maiuscola.

Insieme ad Israel Nash Gripka un'altra conferma come uno dei più autentici troubador di quest'annata.
(Emilio Mera)

www.chuckraganmusic.com


  


<Credits>