inserito 27/04/2011

Patrick Sweany
That Old Southern Drag
[
Nine Mile Records  2011
]



È quasi frustrante scoprire a volte le qualità di un artista dopo essere venuti a conoscenza di una carriera che dura da una decina d'anni, rimpolpata da ben quattro dischi indipendenti e giustamente celebrata da qualche illustre collega che lo ha visto in azione da vicino: Jorma Kaukonen, ad esempio, che lo ha spesso chiamato a partecipare al suo famoso campo "scolatisco" dedicato allo studio della chitarra. Tant'è, ma di Patrick Sweany ammettiamo che fino a ieri sapevano assai poco, anche su queste pagine solitamente attente ai margini della produzione americana. Ora stabilitosi a Nashville, dove ha preso forma anche il qui presente That Old Southern Drag, ma originario della cittadina univeristaria di Kent, Ohio, Sweany si porta dietro un bagaglio di concerti e strada battuta da fare invidia alla più classica delle biografie da folksinger: la sua musa è stata il blues, la collezione dei vinili del padre, gli accordi di Leadbelly e Lightnin' Hopkins. Nel cammino però qualcosa si è accumulato e dalle prime avvisaglie, collaborando con Jimmy Thackery e Roy Book Binder, siamo arrivati ai recenti lavori con la Nine Mile records, prodotti insieme all'amico Dan Auerbach (Black Keys).

L'intuizione dunque, se avete afferrato il legame artistico, è che il blues sia un linguaggio meno immobile di quello che si pensi, così That Old Southern Drag prende le misure della tradizione nera, ci aggiunge le naturali digressioni in ambito soul - o southern soul per essere più precisi - e si permette di sporcare il tutto con una chitarra a tratti feroce e dallo spirito garage sixties. Il suono che scaturisce non può non rimandare ad alcune illuminazioni presenti nei Black Keys, dando prova del soldalizio con Auerbach, anche se Sweany ha sufficiente personalità per uscire allo scoperto con una sua lettura del genere. E' il piccolo combo messo in piedi con Adam Abrashoff, Tim Marks e Clint Parris a garantire questa compattezza, pur nella scarnificazione dei brani: Oh! Temptation è puro r&b sixties rivisto nella chiave della bassa fedeltà, Same Thing è una ballata soul in cui struggersi, The Edges ci aggiunge anche un morbido sax proseguendo sul sentiero e fornendo peraltro la coperta migliore in cui avvolgere la vocalità black di Sweany, caratteristica vincente tanto quanto la sua "misura" chitarristica.

Lo strumento principe del disco - mai invadente o protagonista all'eccesso, sempre invece in funzione della canzone in sé - è chiamato in causa nella carica rock'n'roll che si impossesa di Sleeping Bag e di una trascinante Corner Closet, lambendo il garage blues più torbido con Rising Tide e nella convulsa e punkeggiante Police Car Blues. Se un appunto va mosso a That Old Southern Drag è probabilmente quello di giocarsi le carte migliori nella prima ideale facciata, anche se l'attenzione non scade mai sotto la soglia di guardia: nel finale semmai ritornano alcuni clichè soul in More and More, oppure ulteriori prove di quel rock blues di scuola Fat Possum, Black Keys e dintorni, che in Heavy Problems (Peavy rage) rallenta i ritmi e esalta le valvole degli amplificatori. Poche increspature comunque per un autore a questo punto da ripercorrere a ritroso, disco dopo disco.
(Fabio Cerbone)

www.patricksweany.com


   


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