Cary Hudson
The Phoenix
Glitterhouse
2002



Calato definitivamente il sipario sull'avventura dei Blue Mountain, una delle più entusiasmanti e sottovalutate espressioni del movimento roots di questi anni, Cary Hudson, che di quella formazione è sempre stato lo spirito guida, ritorna sulla strada con un pugno di luminose canzoni dal profondo Sud (e non poteva essere altrimenti per uno che viene dal Mississippi), dimostrando ancora una volta di essere uno dei talenti più puri e trascinanti della scena rock provinciale. I Blue Mountain avevano chiuso la loro storia alla perfezione, impossessandosi della musica dei Padri nel capolavoro Roots, titolo emblematico per un disco fatto di antiche ballate e leggende popolari in chiave alternative-country. The Phoenix tenta coraggiosamente di lasciarsi alle spalle l'eredità ancora ingombrante della sua vecchia band, accentuando le radici rock e southern di un autore che prima di tutto è chitarrista di classe superiore, capace indistintamente di tirate hard-blues furiose, lirici e romantici assoli, fingerpicking di scuola country-blues ed altro ancora. Ruspante, corrosivo, ma anche tremendamente poetico, The Phoenix è un intruglio di sounthern-rock viscerale e mountain music, a metà strada tra le certezze del passato e le nuove passioni rock'n'roll di Cary. Alternando momenti di stridente elettricità (Mad, Bad & Dangerous), tra blues di scuola Fat Possum (Bend With The Wind, God Don't Never Change) e cadenze alla Little Feat (quasi imbarazzanti le somiglianze in High Heel Sneakers), con pause acustiche e maliconiche ballate rootsy (bellissima la stessa title-track, Butterfly e 8 Ball Blues) che evocano un Sud dimenticato da tutto e da tutti, Cary Hudson riesce per l'ennesima volta a commuovere. Band ridotta all'osso (sono in tre, con i nuovi compagni Ted Gainey alla batteria e Justin Showah al basso, escluso qualche fugace ospite in studio), arrangiamenti di una semplicità disarmante e soluzioni sonore che richiamano una forte matrice seventies. Il segreto è tutto qui: non servono grandi produttori e suoni del "terzo millenio" quando si possiede un talento grande così.
(Fabio Cerbone)

www.glitterhouse.com