Dan Israel & The Cultivators
Love Ain't a Clichè
Hayden's Ferry




Torna uno dei segreti meglio custoditi della scena roots di Minneapolis: Dan Israel rivuluziona tre/quarti dei fedeli Cultivators, spostando il produttore David J. Russ dietro i tamburi ed avvalendosi del solo Kris Bowring al basso, utilizzando per il resto una serie di ospiti in studio, che lasciano presagire come l'anima della band sia rimasta sostanzialmente nelle sue mani. E' sparita infatti la denominazione unica The Cultivators, che faceva bella mostra di se' sul precendente ed ottimo Mama's Kitchen: Love Ain't a Clichè (bel titolo, ma copertina eccessiva, in stile S. Valentino) mostra un songwriter in prima linea, concentrato sulle resa complessiva delle sue canzoni e che si avvale di un piccolo combo alle spalle. In questo senso si sono perse per strada alcune dinamiche da autentica rock'n'roll band svelate in passato: il disco suona ancora Cultivators in quell'impasto di velate radici country, melodie pop ed elettricità da pura guitar-band, ma tutto sembra concentrarsi sul significato delle parole di Dan Israel, autore dalla voce non irresistibile, ma dall'ispirazione felice, con storie di relazioni e vita quotidiana nella provincia americana. Partenza col botto negli up&down della ballata elettrica Some Time, nel pop-rock scintillante di Don't Feel Like Laughing e nelle scariche rock'n'roll di Friend In This Town. Il registro cambia con la filastrocca acustica di Jump Though the Rings, e ritorna sulle intuizioni del passato nel frizzante roots-rock di Feet in The Water e Overloaded, veri e propri marchi di fabbrica dello stile Cultivators. L'ideale seconda parte del cd riserva tuttavia diversi appanamenti, evitabili se si fosse deciso per qualche taglio: episodi pervasi da melodie anonime (Never- Ending Circles e Dark Corner, che sembra un'accelerazione della famosa Harverst di Neil Young) e timidi tentativi di ammodernare il sound (gli inutili campionamenti in Sandbags) intaccano un poco la votazione finale. In ogni caso avanzano quaranta minuti di intelligente roots-rock: non è poco.
(Fabio Cerbone)

www.thecultivators.com