Mark Olson
December's Child
Glitterhouse 2002


1/2


Il family style inaugurato dalla felice unione tra Mark Olson e Victoria Williams, due songwriter tanto atipici quanto appassionati, offre un nuovo, superbo highlight dopo il bellissimo Water To Drink. Se in quel disco la protagonista era lei, la cui voce, fragile e formidabile nello stesso tempo, spicca anche in quasi tutte le canzoni di December's Child, qui è Mark Olson a fare da cardine per un suono e un mood che è ormai un tratto caratteristico. Non solo perché i Creekdippers (ovvero The Original Harmony Ridge Creekdippers) sono più una specie di comunità che una vera e propria rock'n'roll band, ma anche perché le ballate di Mark Olson sembrano aver trovato, in December's Child, il suono giusto, una sorta di eccezionale ibrido tra Van Morrison e Gram Parsons. Violino, mandolino, chitarre acustiche ed elettriche (molto misurate), il pianoforte, i contrappunti di Victoria Williams: tutto contribuisce a rendere il sound di December's Child caldo e uniforme, per niente invadente e adattassimo ad essere usato al mattino, con il primo caffé, la giornata da organizzare e quattro canzoni che ti mettono subito dell'umore adatto. Proprio per la sua omogeneità non è che abbia un gran senso citare una canzone piuttosto che un'altra (e poi sono tutte bellissime), ma ci sono almeno due brani che vanno segnalati. Uno è Alta's Song con l'eccellente Don Heffington alla batteria ed è un esperimento inedito di intersezione con i ritmi della black music che lascia una porta aperta al futuro di Mark Olson. L'altro è Say You'll Be Mine perché vede Gary Louris alla voce e alla chitarra. Non si parla di reunion dei Jayhawks, però anche questa sembra una bella notizia perché con lui, Mark Olson ha dato vita a quel piccolo classico che è Hollywood Town Hall per cui, mai dire mai.
(Stefano Hourria)


www.creekdipper.com