Christy McWilson
Bed of Roses
Hightone 2002




Christy McWilson
sembra essersi già ritagliata un posto tutto speciale sulla scena Americana: una parte del merito andrebbe onestamente condivisa con il suo fedele produttore ed amico Dave Alvin, il quale, oltre a dirigere con esperienza queste registrazioni, ha messo a disposizione della brava cantautrice di Seattle un plotone di fuoriclasse del rock'n'roll americano delle radici. Nella lunga lista si fanno notare Peter Buck dei Rem, Rick Shea, della band di Dave Alvin ed ottimo solista, nonché strumentisti affermati come Greg Leisz, Don Heffington e Chris Gaffney: insomma, proprio una bella combriccola, in grado di rianimare anche il disco dell'ultimo dei songwriters di questo mondo. Non è questo il caso di Christy McWilson, una che di talento e canzoni ne ha in abbondanza. Definita curiosamente una sorta di incrocio tra Patsy Cline e Chrissie Hynde, ha radici musicali decisamente eterogenee: non incarna la classica figura della folk-singer, ne tanto meno può essere scambiata per una semplice cantautrice country. La voce possiede certamente quelle limpide tonalità così adatte ai territori della ballata roots (The Serpentine River o la stessa Bed of Roses) e ai vivaci country-rock di Shooting Fish In a Barrell e Lila Jean, ma musicalmente il suo background appare più complesso, affonda nella tradizione rockabilly, nel rock di fine sixties (Life's Little Enormities, l'incandescente finale di Tightrope), con qualche sorprendente implicazione psichedelica (esemplare l'ottima cover di Darkness Darkness degli Youngbloods), assumendo a tratti persino una connotazione pop (True Believer). Le canzoni, seppur mai veramente memorabili, scorrono senza cedimenti ed una costante versatilità di fondo è sempre garantita.
(Fabio Cerbone)

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