Monte Montgomery
Live at the Caravan of Dreams
TMG 2002

1/2

Pur essendo tutti concordi nell'inquadrare il live come dimensione ideale per la musica di Monte Montgomery, tuttavia non si può non sottolineare che l'approccio ad un doppio disco dal vivo è una scelta alquanto audace, soprattutto se rapportata ai soli tre album da studio. Inquadrandolo all'interno di un ambiente ispirato da blues e country, il musicista di Austin (d'adozione perché nativo di Birmingham, Alabama) è l'ideale punto d'incontro fra gli esecutori aggressivi votati all'heavy blues texano (Van Wilks, per esempio) e gli accondiscendenti, cioè coloro che sviluppano lo strumento in modo totale e sconfinato, quasi morboso. Monte Montgomery è questo: aggressivo quanto serve, lasciandosi al contempo trascinare dalla vasta gamma di suoni che la chitarra è in grado di produrre. La sua maestria è senza limiti e qualche volta fuori luogo, causa di improvvise variazioni su temi lineari e spesso fine a se stessa (gli undici minuti di Love Come Knockin'), semplicemente dimostrativa. Live At The Caravan Of Dreams, perché è di questo che stiamo parlando, palesa quanto detto: se la fluidità di Set Your Free viene stravolta dopo cinque minuti da assoli no limit, l'aggressive-blues di River e Soldier sono testimonianza di virtuosismo acustico raro e accattivante. L'impronta vocale è voluminosa, un pennello per tracciare suoni colmi, oltre che di una strumentazione canonica (Chris Maresh, basso, e Phil Bass, batteria), anche di percussioni (Lonnie Trevino e Michael Urdy) ben inserite all'interno della struttura. Variazioni sul tema e stravolgimenti sono all'ordine del giorno, sono nel DNA di Montgomery e sono testimonianza dell'audace e spregiudicata passionalità che finisce per sfociare in una cover altezzosa com'è Romeo And Juliet (M. Knopfler):qui il nostro si perde nei meandri di un assolo che entra ed esce dai binari e che poi lascia andare la voce in modo istintivo per tredici minuti di chitarra e voce. Centotrenta minuti sono forse troppi; comunque restano l'unico veicolo per apprezzare Monte Montgomery dal vivo e poter leggere fra le righe di un artista ispirato da mostri sacri del songwriting, come Van Zandt, e da chitarristi raffinati quali Mark Knopfler e Bruce Cockburn. Il suo fingerpicking è quanto di meglio ci sia attualmente sulla piazza; deve solo imparare a dosarlo.
(Carlo Lancini)

www.montemontgomery.com