Eileen Rose
Long Shot Novena
Rough Trade
2002



Si era già fatta notare l'anno scorso tra i più attenti osservatori del rock d'autore con un promettente esordio , Shine Like It Does, ma le previsioni di una sbocciatura così fulminante erano francamente imprevedibili: Eileen Rose è qui per giocare un ruolo di prima attrice tra le rivelazioni più brucianti del momento. Long Shot Novena suona classico senza essere derivativo, prende la tradizione folk e country per i capelli, la rilegge con una passione viscerale, mostrando un carattere e delle liriche personalissime. Di origini mezza iralndese e mezza italiana, ha vissuto gli ultimi anni tra l'America (Boston) e l'Inghilterra, dove finalmente sembra aver trovato pace alle sue peregrinazioni. Tutti questi spostamenti sembrano aver forgiato un carattere forte e fragile al tempo stesso, e questo si riflette in dieci episodi che sprizzano da ogni nota un senso folk-rock tremendamente antico, quasi fosse una navigata interprete e non una giovane promessa per il futuro. Scarno ed essenziale negli arrangiamenti, incentrato su una voce carica di animosità, Long Shot Novena è un canto country-soul a volte leggermente elettrificato, altre volte semplicemente acustico, che richiama tante cose, senza assomigliare a nulla. Certo, i suoi eroi la nostra Eileen li ha ben presenti: ce lo fa sapere in Tom Waits Crooning, nella struggente Good Man, più o meno una riproposizione di Knockin' on Heaven's Door, nella tesissima slide che attaversa White dove's awake (avete presente Sister morphine degli Stones?) senza tuttavia apparire una copia sbiadita. Tra suggestioni classiche e moderne, nella title-track si amalgamano una chitarra, la sua voce e minacciose tastiere, ma il cuore di Eileen batte forte per il lato selvaggio della strada nel rockabilly di Shake (al canto anche il chitarrista Kris Dollimore), nel crudo rock'n'roll di Two in one, nei colori gospel-blues sudisti di Wheels going by, e in quelli più country della conclusiva Big Dog. Una nuova affascinante regina della musica d'autore.
(Fabio Cerbone)

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