Dave Pirner
Faces & Names
Ultimatum 2002



La pressione subita dopo l'enorme successo nelle classifiche americane della sua vecchia band avrebbe schiacciato chiunque: Candy From a Stranger è stato purtroppo l'ultimo insipido episodio della carriera con i Soul Asylum. Ora Dave Pirner diventa solista cambiando sostanzialmente i suoi riferimenti musicali. Faces & Names, da qualche mese sul mercato, ci mostra un autore meno ribelle che in passato, lontano dalla carica punk-rock dei suoi anni giovanili, con la voglia di trasformarsi in un interprete soul. La prima impressione inganna, perché Teach Me To Breathe è una dolce ballata pop-rock che si ricollega alla coda finale della sua precedente carriera. Never Recover aumenta la confusione, un indovinato singolo con sonorità radiofoniche. La produzione (Mike Napolitano e Trina Shoemaker) è ben patinata, ma qualcosa affiora con la stessa Faces & Names: ritmiche un po' furbesche, campionamenti ed elettronica dosata al punto giusto, un soul-rock a tratti elegante (Feel the Need è probabilmente uno dei momenti più felici del disco), altre volte sopra le righe nei suoi ritmi funky (Tea e Too Much Easy sono pasticci indigeribili), che sembra inspiegabilmente schiacciare l'occhiolino alle radio di settore R&B (364, Levitation, Someday Love, I'll Have my Day). I musicisti di valore coinvolti (il dobro di Chris Whitley e persino Billy Preston all'organo) non aiutano purtroppo a risollevare le quotazioni del disco: Pirner in veste di raffinato soul singer è una contraddizione, nonostante la sua voce abbia raggiunto una certa maturità nell'impostazione. Troppo poco per salvarsi la pelle: il nome dell'etichetta suona quasi come un monito...
(Tommaso Piccoli)

www.davepirner.com