John Trudell
Bone Days
Fargo
2002

1/2


La vita di John Trudell è degna di un romanzo o di un film e chissà che qualche coraggioso "guerriero"
come lui non abbia la voglia di cimentarsi nell'arduo compito. Esponente di primo piano del movimento per i diritti dei Nativi Americani, cresciuto nella riserva Santee Sioux del Nebraska, John Trudell è un anarchico, un poeta della Terra, un lupo solitario ed un profeta che urla al mondo non solo e non tanto le ingiustizie subite dal suo popolo (e da lui in persona), ma il dolore dell'intera umanità, l'arroganza dell'uomo e le storpiature del nuovo ordine mondiale. Per recitare, letteralmente, i suoi pensieri ha scelto la via di un rock asciutto e tagliente, che col passare degli anni ed il susseguirsi di dischi sempre più maturi ed introspettivi, si è fatto romantico, evocativo, instradandosi verso un folk-blues leggermete elettrificato che vive del suo "talkin' oscuro, degli splendidi arrangiamenti dei Bad Dog (la sua fedele band, tra cui spiccano le chitarre di Mark Shark e Bill Watts) e del controcanto pellerossa di Quiltman. Viscerale, politico e polemico negli episodi più crudi (l'incredibile rabbia racchiusa nella strepitosa Hanging From The Cross), lirico e struggente nella ballate, Bone Days si insinua lentamente, ma con una forza che va oltre il semplice gesto musicale. Che sia la preghiera ancestrale di Crazy Horse, il rock scheletrico alla Lou Reed della stessa title-track o Carry The Stones, la poesia folk di Undercorrent, l'animo soul di Doesn't Hurt Anymore, le fosche tinte bluesy di Lucky Motel e Nothing in Her Eyes, è difficile distinguere il confine tra l'anima dell'artista e la musica stessa. Un unicum che è da sempre l'arma di Trudell per stendere l'ascoltatore in un vortice di suoni e parole, per una volta tanto veramente scomode. Sarà anche per questo motivo che non trova uno straccio di contratto in America e deve ringraziare, nell'occasione, la superstar Angelina Jolie per la produzione esecutiva (leggasi ci ha messo soldi e spinte promozionali...).
(Fabio Cerbone)

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