inserito 24/02/2010

T-Model Ford
The Ladies Man
[Alive 2010]



Tra i protagonisti del riconosciuto suono targato Fat Possum, anni 90 per intenderci, merita un posto d'onore James Lewis Carter Ford, meglio noto come T-Model Ford. Uno dei pochi bluesman della vecchia guardia ancora in piedi (c'è ancora in vita Robert Belfour). A suo dire si porta sulle spalle 88 anni e ha iniziato a suonare la chitarra dopo i 58 e, come racconta all'interno di questo cd, pare che le donne lasciavano i loro mariti durante i fine settimana per andare ai suoi concerti. Non ci troviamo di fronte al concepimento di un nuovo album, ma la si può definire più propriamente una situazione di fortuna, fondamentale è stato essere al momento giusto, in un piccolo studio a Wichita (Kansas), con il musicista giusto, T.Model Ford. Il risultato è l'unica testimonianza acustica di questa leggenda vivente del blues dei nostri tempi, immortalato con naturalezza in una sessione (di tre ore e di cui sono state pubblicate dieci tracce) che ha nella semplicità e nella schiettezza gli elementi fondamentali di questo importante lavoro. The Ladies Man è la sostanza, l'essenza nuda di un artista che maneggia la tradizione rappresentando i canoni puri della medesima. Dalla trasposizione elettrica del Mississippi blues del primo periodo (Pee-Wee Get My Gun - '97) ci ritroviamo oggi un mero ritorno alla radice, alle origini, riportato in modo grezzo, fetale e per di più autentico, perchè sgorga acustico e spoglio proprio come è stato generato. Accompagnato in maniera minimale con la giusta scioltezza di una band d'eccezione, che vede alla discreta armonica Dustin Arbuckle, a supporto le chitarre di Stefan Zillioux e Aaron Moreland, e alla sezione ritmica appena tracciata dalle percussioni di Martin Reinsel e Starr Harris, la sessione sciovola senza sovraincisioni e in presa diretta, appena qualche conversazione (a tratti comprensibile) con i musicisti alternata ad una equilibrata sequenza di brani. T-Model Ford ama ricordare di essersi ispirato alla musica di Muddy Waters e Little Walter, a cui associa rispettivamente le interpretazioni di Two Trains e My Babe, gridando con entusiasmo "E' tempo di Jack Daniels"! Il blues di T-Model Ford è ripetitivo, continuo, incessante. Particolarmente impressionante è la sua voce, invecchiata ma dalle tonalità efficaci. Il forte passo di queste incisioni lascia il segno attraverso le originali Chichen Head Man (in quasi otto minuti) e Hip Shakin Woman per ritrovarsi tra classici, fatti propri, come That's Alright e 44 Blues. Distribuito a sorpresa dall'Alive records (Black Keys, Black Diamond Heavies…) The Ladies Man è l'album per restare saldi e non perdere mai di vista la strada delle piantagioni del vero blues.
(Antonio Avalle)

www.alivenergy.com

Samel James
For Rosa, Maeve And Noreen
[Northern Blues 2009]

Divisa in due immagini sequenziali (fronte e retro), la copertina pare una pellicola non messa bene a fuoco, dai colori giallastri sbiaditisi col passare degli anni: fa pensare a un momento di suspense di un romanzo di un film hard boiled (fantasia confortata da titoli quali Wooden Tombstone, solo voce e cadenza ritmica del piede, di stampo un po' hookeriano, e Path Of Ashes che ha invece coloriture blues-spiritual), e comunque nasconde un piccolo gioiello che, pur sostanzialmente deja entendu, mescola con classe passaggi folk-blues di stampo songster (in Joe Fletcher's Blues e in vari altri momenti, vengono in mente il leggendario Mississippi John Hurt, come i più vicini a noi Taj Mahal, Guy Davis, Eric Bibb), ma anche elementi delle string band, del bluegrass, e il blues rurale vero e proprio, a volte con lo stile ruspante degli one-man band. Di fatto tutti gli strumenti sono suonati da Samuel James stesso: diversi tipi di chitarre (e relativa varietà di stili), banjo, armonica, piano, tamburello, ai quali, all'occasione, ci aggiunge feet-stomping e battito delle mani. Detto così sembra un bel mischione di roba per accontentare tutti. Scordatevelo: questo artista sa bene come mettere insieme fantasia, tradizione e storytelling, mantenendo freschezza e genuinità di racconto e di qualità musicale impreziosite dalla sua voce, baritonale, decisa, sporca quanto basta. I racconti e i riferimenti - tutta roba che avrebbe meritato i testi in allegato - ruotano prevalentemente intorno a personaggi che, oltre a quelli rappresentati dalle tre donne del titolo, hanno nomi quali Ben, Joe, John. Storie che si incrociano tra boogie blues (Bigger, Blacker Ben), country-blues deltaico (I'll Break Your Promise e Cryin' Blind), ballate folk-blues (I've Haddock Up To Here e Rosa's Sweet Lil' Love Song, che sembra una ninna nanna), country-bluegrass (Miss Noreen), rag (lo strumentale Trouble On Congress Street Rag), il bellissimo The Water's Always Changing, But The River…(vagamente alla Fred McDowell). A volte basta un ospite famoso per attirare l'attenzione: qui non c'è, ma sarebbe proprio un peccato se questo album passasse inosservato
(Gianni Del Savio)

www.northernblues.com


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