inserito 23/09/2011

L.C. Ulmer
Blues Come Yonder
[Hillcountry Records  2011]



Voglia di verità, voglia di Mississippi, voglia di vero blues, quanto di puro ne circola ancora? L.C.Ulmer risponde all'invito. La sua è la storia di uno dei tanti che si è poi ritrovato in tarda età a comunicare attraverso la sua personale espressione fatta di blues. Nato in un posto chiamato Stringer, nella contea di Jasper nel Mississippi ("Mio padre era indiano. Aveva l'abitudine di prendere un coltello da tasca e suonare la chitarra con esso"), Lee Chester è cresciuto in una famiglia numerosa dove tutti suonavano, era il più giovane di quattordici figli. Dopo tanti e svariati mestieri tra cui quello di camionista per 37 anni è ritornato da una decennio nella sua terra nel Mississippi per dedicarsi alla musica e ai suoi blues. Si esibisce interpretando solo i suoi brani ("Non voglio prendere in giro nessuno…", sostiene). Per chi la ricorda, resta storica la sua performance alla Corte Le Giare di Ragazzola (23 giugno 2007) al Rootsway Blues festival…altri tempi, altro blues. Outsider di spessore ("Ho imparato a suonare da me stesso…ho suonato con Elvis Presley, Muddy Waters, Jimmy Reed, Howlin'Wolf, Elmore James" - Intervista su il Blues n.103), e molto rispettato, L.C.Ulmer oggi è ultra ottantenne e ci offre un vigoroso saggio di autenticità con la pubblicazione per la Hill Country Records, scuderia degli Afrissippi e Eric Deaton, di Blues Come Yonder. Sostenuto con affetto dal solito Jimbo Mathus, stavolta impegnato alla batteria, e da Justin Showah, al basso, questo sobrio ultra ottantenne ci riporta sulla terra, quella del blues genuino dell'introduttiva acustica Left Me Standing Behind emozionalmente intensa. Bella e troppo breve invece Hard To Get A Long mentre Peaches Falling abbraccia con sentimento la tradizione, tra semplicità e feeling arcaico. La naturalezza di un boogie come There Go All My Dough infiamma lo spirito, che sa raggiungere il culmine in Roundin Up Girls All Day, incontro tra country blues e blues elettrico con il bottleneck al dito, tagliente quanto basta. In chiusura prima della traccia nascosta, che vede Ulmer divertirsi al piano, troviamo l'ondeggiante omaggio a Hank Williams con la ritmica, sempre appena accennata, guidata dalla batteria di Wallace Lester. Per una volta spendere la parola di "bluesman" è appropriato e opportuno. Blues Come Yonder suona incontaminato, sviluppato su valori irrimediabilmente in via d'estinzione. Il blues è in queste undici tracce vivo e vegeto.
Disponibile su hillcountryrecords.com/store.html
(Antonio Avalle)



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