L.C.
Ulmer Blues
Come Yonder [Hillcountry Records 2011]
Voglia
di verità, voglia di Mississippi, voglia di vero blues, quanto di puro ne circola
ancora? L.C.Ulmer risponde all'invito. La sua è la storia di uno dei tanti
che si è poi ritrovato in tarda età a comunicare attraverso la sua personale espressione
fatta di blues. Nato in un posto chiamato Stringer, nella contea di Jasper nel
Mississippi ("Mio padre era indiano. Aveva l'abitudine di prendere un coltello
da tasca e suonare la chitarra con esso"), Lee Chester è cresciuto in una famiglia
numerosa dove tutti suonavano, era il più giovane di quattordici figli. Dopo tanti
e svariati mestieri tra cui quello di camionista per 37 anni è ritornato da una
decennio nella sua terra nel Mississippi per dedicarsi alla musica e ai suoi blues.
Si esibisce interpretando solo i suoi brani ("Non voglio prendere in giro nessuno…",
sostiene). Per chi la ricorda, resta storica la sua performance alla Corte Le
Giare di Ragazzola (23 giugno 2007) al Rootsway Blues festival…altri tempi, altro
blues. Outsider di spessore ("Ho imparato a suonare da me stesso…ho suonato con
Elvis Presley, Muddy Waters, Jimmy Reed, Howlin'Wolf, Elmore James" - Intervista
su il Blues n.103), e molto rispettato, L.C.Ulmer oggi è ultra ottantenne e ci
offre un vigoroso saggio di autenticità con la pubblicazione per la Hill Country
Records, scuderia degli Afrissippi e Eric Deaton, di Blues Come Yonder.
Sostenuto con affetto dal solito Jimbo Mathus, stavolta impegnato alla
batteria, e da Justin Showah, al basso, questo sobrio ultra ottantenne ci riporta
sulla terra, quella del blues genuino dell'introduttiva acustica Left
Me Standing Behind emozionalmente intensa. Bella e troppo breve invece
Hard To Get A Long mentre Peaches
Falling abbraccia con sentimento la tradizione, tra semplicità e feeling
arcaico. La naturalezza di un boogie come There Go All
My Dough infiamma lo spirito, che sa raggiungere il culmine in Roundin
Up Girls All Day, incontro tra country blues e blues elettrico con
il bottleneck al dito, tagliente quanto basta. In chiusura prima della traccia
nascosta, che vede Ulmer divertirsi al piano, troviamo l'ondeggiante omaggio a
Hank Williams con la ritmica, sempre appena accennata, guidata dalla batteria
di Wallace Lester. Per una volta spendere la parola di "bluesman" è appropriato
e opportuno. Blues Come Yonder suona incontaminato, sviluppato su valori irrimediabilmente
in via d'estinzione. Il blues è in queste undici tracce vivo e vegeto. Disponibile
su hillcountryrecords.com/store.html (Antonio Avalle)