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di Nicola Gervasini
"Talvolta, Angelica, mente… non vuole che il mondo
sappia i suoi pensieri più veri". Con questa introduzione si presentano anche
dal vivo gli Angelica Mente, gioco di parole che rende alla perfezione
lo spirito dei testi poetici della vocalist Nicoletta Magnani, poliedrico personaggio
del mondo artistico varesino (pittrice, scultrice, attrice, autrice, violoncellista
e flautista, cantante, e dimentico sicuramente qualcosa..). Da più di cinque anni
Nicoletta dà vita a questo intrigante progetto musicale con il chitarrista Paul
Monari, cultore dell'inconfondibile sound delle Ovation e del fingerpicking. Dopo
aver addirittura avuto l'onore di fare da gruppo spalla al tour italiano dei Buena
Vista Social Club nel 2008, il duo si è preso il giusto tempo per realizzare il
disco d'esordio, che è diventato addirittura un doppio (acquistabili separatamente
comunque). Inverno Blu e Inverno Rosso, caratterizzati
dalla bella copertina realizzata dalla stessa Magnani, fanno parte di quella categoria
di musica italiana impossibile da catalogare, magari posizionabile in quel generico
"musica acustica d'autore alla Premio Tenco". Inutile comunque cercare paragoni,
la loro personalissima formula è davvero l'aspetto più interessante di questo
esordio, che dimostra che forse a prendersi del tempo è ancora possibile uscirsene
con qualcosa di irriproducibile. Quello che è certo è che questi quattordici brani
vanno assaporati in silenzio e con attenzione, per cogliere il perfetto incastro
tra le parole e il violoncello della Magnani e il particolare tocco di Monari.
I due dischi, ben prodotti da Niccolò Maggio, seguono due mood diversi, più introverso
e intimista quello di Inverno Blu (titoli come La Distanza,
L'ombra, Il Vuoto rendono bene l'idea),
più sperimentale quello di Inverno Rosso, fin dal particolare arrangiamento di
L'inizio e la fine del mio cuore e una versione
con fisarmonica della title-track, ma anche con bellissime ballate come Semplice
e Facile (anche qui titoli che già esprimono
il senso della divisione in due del progetto). Non è per tutti questo doppio inverno,
perché cerca l'energia nel ritmo delle frasi e non in quello di una batteria inesistente,
ma se vi entra nel cuore può anche arrivare a scottare.