inserito 01/02/2010

Barnetti Bros band
Chupadero!

[Eccher Music/ Universal 2010]



Non poteva che finire così: era scritto nel naturale percorso artistico dei singoli fratelli Barnetti - caratteri di pura finzione che dietro la maschera di "banditi" nascondono l'identità di quattro autori e musicisti a noi assai familiari - era scritto insomma che il loro personale viaggio conducesse sulle alture di Chupadero, New Mexico, alla ricerca di un incontro agognato fra mondi e tradizioni in apparenza distanti mille miglia. Questi spazi si sono invece mostrati soltanto una divisione ideale, caduta sotto i colpi di una passione che ha saputo leggere nella mitologia, molto letteraria e ancor più romantica, dei fuorilegge, un canovaccio attorno al quale sviluppare un intero progetto discografico. Chupadero! riunisce i quattro fratelli - Massimo Bubola, Massimiliano Larocca, Andrea Parodi e Jono Manson - sulle tracce di una ballata che si colora di orizzonti rosso fuoco, di country rock di frontiera, mettendo nella valigia suggestioni da border, vecchie leggende americane e autentici pezzi di storia italiana per un disco che sintetizza il lavoro di una vita.

Registrato in cinquanta lunghi giorni di incontri e sessioni tenutesi al Kitchen Sink Studio di Jono Manson, nella omonima cittadina del New Mexico, Chupadero! da una parte conferma il "sentimento americano" di Parodi e Larocca, giovani promesse da qualche anno in cammino tra folk rock d'autore e fascinazioni Americana, dall'altra ribadisce il ruolo di padre putativo di Massimo Bubola, una delle prime voci nostrane a tentare questo crocevia di culture. Con il contributo essenziale dell'italiano di adoz
ione Jono Manson - per meriti nella produzione cristallina e per i decisivi apporti strumentali sugli arrangiamenti - ne esce un album ricco di magnetismo, nobilitato inoltre da presenze importanti. Sono infatti le chitarre "spanish" di Andrew Hardin, l'accordion di Joel Guzman, la steel di Gurf Morlix, le voci di mostri sacri quali Terry Allen e Tom Russell fra gli altri, a sancire non solo rapporti di amicizia nati on the road, nelle frequenti soste texane dei Barnetti, ma una vera e propria condivisione del songwriting. Accade allora che ad una Pancho and Lefty (Townes Van Zandt) tradotta magistralmente in italiano da Larocca e Parodi e resa in tutta la sua poetica di sconfitta, si affianchi una vibrante riedizione di Sante Y Girardengo (proprio quella donata da Luigi Grechi al fratello Francesco De Gregori) con Tom Russell alla voce solista. È un continuo passaggio di testimone, che anche nelle tematiche trova un terreno comune sul quale costruire dei ponti: dal west primitivo di Billy The Kid alla Milano di Luciano Lutring, dal Bronx di Dion Di Mucci alla Toscana del brigante Domenico Tiburzi i Barnetti Brothers intrecciano i fili della storia e della sua epica.

Un gioco interessante e profondo, che da risultati per buona parte entusiasmanti, soprattutto termini di qualità musicale: se qualche appunto va mosso a Chupadero! è forse soltanto nella sua generosità assoluta. La stessa che da una parte rende trascinante la riedizione di Camice Rosse (Massimo Bubola) ribattezzata Cops and Mosquitos con l'aggiunta delle voci di Manson e Chris Barron (vocalist degli Spin Doctors, guarda un po' chi si rivede) e dall'altra forse spinge alcuni brani come Son Passator Cortese e la giocosa improvvisata doo-wop de L'angelo del Bronx (la scelta di cantare in italiano per Jono Manson è curiosa ma anche un poco penalizzante in alcuni momenti) meno amalgamate con il resto della scaletta. Quest'ultima prevede ad ogni modo i suoi picchi nel suono infiammato di tex mex in Dove Corrono i Cavalli, dove Andrea Parodi si immagina un nuovo finale nel destino di Billy the Kid, nel folk struggente di Camelia (dedicata al "solista del violino" Luciano Lutring), e ancora nell'epica rock de Il brigante Tiburzi (un Larocca davvero molto convincente in questa veste più elettrica), chiudendo sul tramonto di una toccante Città di Frontiera, da qualche parte fra il Texas e il Messico con Joe Ely nel cuore.

Ai di là delle ingenuità verrebbe da dire quasi volute, di una partecipazione comune che gli stessi Barnetti Brothers hanno cercato a tutti i costi, Chupadero! è un disco importante per chi come noi da sempre insegue una sintesi "tra la via emilia e il west".
(Fabio Cerbone)

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