Cheap Wine - Crime Stories Cheap Wine 2002
 

Indipendenti, coraggiosi e persino po' incoscienti, i Cheap Wine cominciano a fare sul serio: Pictures e A Better Place avevano sparso la voce, Ruby Shade era stato un piccola rivelazione, raccogliendo consensi pressocchè unanimi, Crime Stories prosegue un'avventura che inizia a reclamare il suo spazio vitale. Assaporando la corposa produzione di Alessandro Castriota si intuisce perchè le majors non riescano più ad accettare un disco rock, così come la cura estrema del booklet (con i simpaticissimi disegni del batterista Francesco Zanotti e l'inclusione di tutti i testi tradotti) è sintomo di un profondo rispetto verso il loro pubblico. Insomma, i Cheap Wine non sono affatto delle comparse e non hanno voglia di passare inosservati. La vera differenza però la fanno sempre le canzoni di Marco Diamantini (questa volta rapite dalle oscure trame del crimine) così come l'energia bruciante che traspare dalle note del nuovo lavoro: Crime Stories coglie ancora una volta, forse anche meglio di Ruby Shade, l'impatto devastante del gruppo, avvicinandosi fedelmente al tiro micidiale dei loro live shows. Musicalmente non si allontana invece dalle certezze del passato, cercando piuttosto di scavare nel loro sound e nelle loro radici, anzichè ampliarle. Esempi di questa ricerca in profondità sono la vibrante apertura di Dream Seller, in cui il piano boogie di Castriota affianca l'arsenale di chitarre di Michele Diamantini, finendo dritto nelle braccia degli amati Green on Red; il violino di Alessandra Franceschetti in Behind The Bars, western ballad di grande fascino; la magnificenza di Looking For a Crime, ballata sognante alla Steve Wynn, che scoppia in un finale visionario. Crime Stories apparirà meno sorpredente e spiazzante alle orecchie dei vecchi adepti, occupato semmai a ribadire le coordinate di un rock'n'roll spesso e volentieri imparentato con l'hard-rock più nobile (Coming Breakdown, Reckless), estremamente crudo e psichedelico (le tormentate convulsioni di Temptation ed una Castaway per cui Dan Stuart andrebbe fiero), altre volte rapito da un romanticismo in forma di ballata folk-rock (Murderer Song, Tryin' To Lend a Hand). Come in tutti i migliori dischi di rock'n'roll: ad una dolce carezza segue sempre un duro pugno nello stomaco.
(Fabio Cerbone)

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