Andrea Parodi - Le piscine di Fecchio A.P./ Ird 2002
 

Diverse le note positive di questo esordio di Andrea Parodi, giovane songwriter di Cantù, affascinato tanto dalla nobile tradizione della canzone d'autore italiana, quanto dai suoni e dalle storie dell'America provinciale. Le piscine di Fecchio possiede quel fascino di confine che avvolge spesso i lavori di Massimo Bubola, uno dei pochi autori in grado di mettere a confronto con intelligenza queste differenti tradizioni musicali. Andrea è riuscito nel sogno di incidere il disco a Vancouver, grazie all'amicizia instauratasi sui palchi italiani con Bocephus King, il quale non si è limitato al ruolo di produttore, ma ha concesso pure i servigi della sua fantastica band (chiunque ha assistito ad uno show di Bocephus conosce il valore di un chitarrista come Paul Rigby o di Doug Fujisawa al piano) e il punto di svolta risiede prioprio nelle sonorità folk-rock create dai musicisti coinvolti e dalla loro sensibilità non comune . Parodi scrive con una personalità già ben compiuta, forse mostra ancora qualche incertezza nella voce e nell'interpretazione, ma riesce a catturare l'attenzione con liriche molto personali, in qualche modo debitrici verso gli insegnamenti di De Andrè e del citato Bubola. Musicalmente si insinua una commistione tra canzone folk nostrana e suggestioni roots americane (una Carolina che altro non è se non la Tecumseh valley dell'immenso Townes Van Zandt). Tra gli episodi più affascinati e riusciti si distinguono inoltre le atmosfere da leggenda western de Il Killer del Tennessee, quelle notturne e tese della stessa Le piscine di Fecchio ed un'epica apertura (quasi sette minuti) con La neve nel tempo, elegante e dai contorni quasi jazzati, fortemente caratterizzata dal sound di Bocephus King, di cui tra l'altro viene ripresa Nowhere at all, qui tradotta in Lui non c'è più. Un buon biglietto da visita, in attesa di una possibile e probabile maturazione.
(Fabio Cerbone)

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