Car Seat Headrest
Teens of Denial
[Matador/ Self
2016]

www.matadorrecords.com

File Under: old school indie rock

di Fabio Cerbone (25/07/2016)

Chiuso nel suo piccolo mondo, per anni Will Toledo ha preferito l'accogliente clima di una camera da letto e di un computer, dove gettare le basi della sua musica, fra canzoni dall'apparente incompiutezza. Ancora meglio risultava il microcosmo di un'automobile, dove ha scoperto di riuscire a catturare con più efficacia la sua voce: da qui l'idea di nominare Car Seat Headrest (il poggiatesta del sedile) il progetto artistico che lo accompagna fin dai tempi in cui usciva dal college a Williamsburg, Virginia. Dal 2010 ad oggi sono state una decina le pubblicazioni indipendenti che hanno tracciato una carriera nell'ombra, segnata da un approccio volutamente dimesso e soprattutto ancorato a quell'idea di bassa fedeltà e autarchia tipica di un certo mondo rock alternativo. Piano piano però una maggiore struttura melodica si è fatta largo e il trasferimento di Toledo in una grande città come Seattle, immersa in una precisa tradizione musicale, ha fatto il resto, portando alla firma con la Matador.

Se il precedente Teens of Style era un'affermazione di sé, una rilettura più appetibile del suo repertorio passato, che serviva anche da biglietto da visita, Teens of Denial può essere considerato il vero e proprio esordio "adulto" dei Car Seat Headrest, ora concepiti come una rock'n'roll band (Andrew Katz e Ethan Ives alla sezione ritmica, più varie collaborazioni sparse nel disco, tra fiati e pianoforte ad arricchire il sound di inclinazioni pop). Lo scarto è netto e pur mantenendo fede alla linea di partenza, l'album suona ambizioso, persino ridondante nella scelta di brani lunghi, scontrosi, dove l'efficacia di un riff o di un ritornello viene spesso sabotata. Non potrebbe essere altrimenti per un lavoro che ha l'aspirazione di un concept, storia di un ragazzino chiamato Joe che percorre il dramma esistenziale del passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Sulla scia di opere contemporanee come quelle dei Titus Andronicus, anche la musica dei Car Seat Headrest si fa grande e scorbutica, tra gli undici minuti sobbalzanti di The Ballad of Costa Concordia (il riferimento al famoso incidente navale è solo un pretesto per descrivere l'inadeguatezza dei proprio desideri), gli otto e mezzo di una ballata come Cosmic Hero, che ricorda gli inizi degli Okkervil River, o ancora i sette abbondanti di Vincent, ossessiva e travolgente nel galoppo chitarristico.

L'estetica sonora in cui è immerso Teens of Denial è figlia legittima dell'indie rock più classico degli anni 90, fra melodie scalcagnate e chitarre rugginose. Atteggiamento punk e nervosi riff attraversano un sentiero che collega i Television ai Pavement, un punto di riferimento che torna più volte nel disco, a cominciare da Fill in The Black fino ai passaggi più indolenti come Drugs with Friends. Il tratto caratteristico di Toledo è quel tenere le emozioni a fior di pelle, una voce che passa dalla "svogliata" pigrizia all'urlo intenso e sgraziato, spesso nella stessa canzone, fra gli stridori elettrici e le ripartenze di Connect the Dots (The Saga of Frank Sinatra) e 1937 State Park, che potrebbero uscire da una seduta spiritica in adorazione della Seattle dei vent'anni fa, e la compattezza di Destroyed by Hippie Powers, pillola alternative rock che mette insieme Pixies e Weezer.

Will Toledo e i suoi Car Seat Headrest potrebbero rivelarsi il contraltare maschile 2016 dell'exploit ottenuto l'anno scorso da Courtney Barnett.


    


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