Daniel Romano's Outfit
How Ill Thy World Is Ordered
[You've Changed Records 2020]

Sulla rete: danielromanomusic.com

File Under: folk rock revue

di Fabio Cerbone (01/10/2020)

Prolifico fino a farsi del male, camaleontico a livello musicale, tanto da confondere pubblico e critica sulla collocazione della sua figura, il canadese Daniel Romano è uno di quei talenti poco malleabili, ma anche il perfetto prototipo del songwriter anni Duemila, allor quando tempi discografici e calcoli di carriera sono andati a farsi benedire. Nell’accidentato 2020, sono quasi una decina le uscite, più o meno ufficiali, che Romano ha messo sul mercato: singoli, ep, collaborazioni, digitali e in vinile, buon ultima quella elettrizzante scossa dal vivo che è stata Okay Wow, disco che celebrava ufficialmente il sodalizio con gli Outfit e ridava nuova vita al repertorio. Un sussulto che non è passato invano, se è vero che How Ill Thy World Is Ordered fortifica il rapporto con il gruppo e spinge l’ispirazione di Romano alle stelle, ritrovando quella scintilla che sembrava essersi un po’ smarrita nei precedenti album di studio, troppo ondivaghi e dispersivi.

La stessa affannosa energia e l’urgenza di scrittura che scaturiva con prepotenza nel citato Okay Wow la ritroviamo intatta in questo spumeggiante album, dove i brani seguono una logica simile: si accalcano uno sull’altro, spesso senza soluzione di continuità, non lasciando un minuto o quasi di respiro, mentre la band incide il tutto come se si trattasse di una session dal vivo, rispettando esattamente la sequenza delle tracce. Così si è svolto il lavoro di arrangiamento insieme a David Nardi (chitarre), Roddy Rossetti (basso), Ian Romano (batteria) e Mark Lalama (organo e piano), allargati alle presenze di una piccola sezione fiati e di solari cori femminili: tre tentativi, non di più, per ciascun brano e poi via ad affrontare il successivo, per mantenere quella irrequietezza folk rock e quella esuberanza pop che trabocca fin dall’apertura di A Rat Without a Tale, tra il miele della melodia e la tagliente efficacia delle chitarre, che si affastellano con sax e tromba e l’ariosa freschezza fornita dall’organo, librandosi nelle sventagliate elettriche della seguente How Ill Thy World Is Ordered.

La traccia omonima riassume la rabbia e la speranza che muovono le parole di Romano, liriche complesse nel linguaggio ma chiare nell’esposizione dei sentimenti: quanto è malato questo mondo e chi lo conduce? La risposta è da cercare in un mix di passione, sdegno e speranza che si fa largo nella confusione attorno a noi: Daniel Romano e i suoi Outfit la prendono per i capelli, vi si aggrappano con tutto il trasporto possibile e se ne escono con un disco che è una sintesi di rock’n’roll caleidoscopico, melodie sixties rivisitate e aggressiva canzone pop che sarebbe piaciuta a Paul McCartney, scampoli di Jersey sound manco fossimo in un vecchio disco di Southside Johnny e classic rock come se Tom Petty fosse ancora tra noi a lottare. Leggero e denso al tempo stesso, il disco saltella tra pulsioni garage e armoniose bravate power pop: Green Eye-Shaded è furba e irresistibile, prima che First Joke esploda nella testa con i suoi grassi fiati e il rutilare di una batteria che sta fra la E-Street band e gli Who; Joys Too Oftern Hollow è una ballata che volteggia sulle ali dell’Americana più onirica, tanto azzeccata che Romano la riprende per il rotto della cuffia e ne propone un secondo tempo, soltanto una scusa per dare sfogo ai fremiti della chitarra solista; Drugged Vinegar ritorna in quota con i fiati (una costante e la vera iniezione di potenza dell’album) e il rock’n’roll, ma anche con quegli inserti di tastiere e voci che colorano sempre questa musica di una attraente lievità.

Il timbro nasale e sottile di Daniel Romano asseconda questa sensazione, che potrà non colpire di primo acchito, ma pare smossa da una trasporto sincero, lo stesso che emerge nella perfezione di A Secret Still to Be Betrayed, fuochi d’artificio che vorremmo tanto tornasse ad offrirci il prima possibile Ryan Adams, prima di tuffarsi nell’esuberante fioritura di No More Disheartened By The Dawn, meraviglia di suggestioni pop sixties e folk rock in acido con un organetto svagato e calante che destabilizza la canzone al punto giusto. Dopo tanto girovagare tra i mali oscuri di questo mondo, la chiusura del sipario con Amaretto and Coke appare come una beffarda risposta che solo un irregolare come Romano poteva inventarsi: è il suo rifugio, la sua coperta di Linus, una dolciastra caramella pop a suggello di un album mai così centrato nella sua caotica produzione.


    


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