Greg Trooper
Incident on Willow Street
[Appaloosa/ IRD
2013]

www.gregtrooper.com


File Under: local folk heroes

di Davide Albini (23/10/2013)

Avete una passione per i songwriter americani, la canzone country d'autore, le ballate che sanno di terra e miglia percorse? Domanda retorica, me ne rendo conto, altrimenti perché mai sareste passati su queste pagine, ma era soltanto per mettervi sull'avviso: è uscito un nuovo disco di Greg Tropper, si intitola Incident on Willow Street ed ha una strana copertina in stile letteratura hard boiled americana, è il dodicesimo in carriera ed è solido, piacevole e intelligente come tutti quelli che lo hanno preceduto. Motivo di orgoglio in più è che rappresenta la prima uscita (di una lunga serie, si spera) della rinata Appaloosa, etichetta tutta italiana che in passato ha sempre offerto piccole sorprese dal mondo roots americano: l'edizione è corredata persino da un libretto con la traduzione di tutti i testi dall'inglese.

Da sempre uguale a se stesso, una garanzia in fatto di intrecci tra folk rock, country e tradizione, Trooper non è un artista che prova a prendersi qualche rischio, a cambiare registro, a scrivere da un'altra proposettiva. E in fondo, conta forse qualcosa in questo "piccolo mondo antico" di songwriter? Non direi, perché qui sono sufficienti belle canzoni come l'iniziale All The Way To Amsterdam o il gagliardo country rock di Good Luck Heart per metterti a tuo agio. Possiamo persino discutere se Incident on Willow Street sia più o meno interessante dell'album che lo ha preceduto, il già discreto Upside-Down Town, o quale posto occupi nella personale playlist di Tropper (che comunque un paio di piccoli gioielli di genere li ha infilati eccome, vedi alla voce Noises in the Hallway e Popular demons), ma sarebbero tutti ragionamenti un po' capziosi. Quello che possiamo affermare è che la nuova stagione indipendente di Greg Tropper (il disco viene pubblicato e distribuito in Italia, ma esce dopo una intensa campagna di raccolta fondi) non ha scalfito le sue canzoni, raggiungendo ancora l'ispirazione dei tempi migliori. Insomma, è l'effetto del già sentito che potrebbe in parte frenare l'ascolto di Steel Deck Bridge, One Honest Man, Amelia, ballate di grande mestiere che godono anche dell'esperienza tra gli altri di Larry Campbell (suona di tutto e di più nel disco) e Kenneth Blevins (batteria, John Hiatt band) e Oli Rockbeger (organo, già con James Maddock).

È la solita miscela di folk, southern country e soul (Everything's A Miracle un classico minore, a partire dall'attacco di chitarra) a cui ci ha abituati, con quelle puntate verso l'Irlanda che non rapprentano certo una novità assoluta nella sua musica: Mary Of The Scots In Queens la più evidente, mentre la colorita melodia dei violini in The Girl In The Blue vola direttamente verso il border messicano. Trooper scrive con empatia di personaggi incontrati presumibilmente sulla strada, tra un concerto e l'altro, spesso in Europa, sfiora speranze e amori, alternando il tono agreste, acustico di The Land Of No Forgiveness, This Shitty Deal (ricorda moltissimo John Prine, e non dovrebbe sorprenderci) e Diamond Heart con quello più elettrico di Living With You. A voi decidere dunque se i piatti cucinati con amore e spesso con gli stessi ingredienti valgono comunque la pena di essere sempre assaggiati: io la risposta, tra le righe, dovrei avervela già data.



    


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