Il suo predecessore lo avevamo trovato quanto meno
frammentario, eppure colmo di sorprese: il 2008 non sembra affatto avere invertito
la rotta, quella di una "splendida confusione" sotto il cielo del rock'n'roll
più o meno legato a doppio filo con la tradizione. Se qualche dubbio ancora
si insinuava, ora è più certo che mai: i volti, le canzoni, i dischi
si moltiplicano e ingrossano un mare su cui è divenuto difficile navigare
anche semplicemente a vista. Chiedersi allora, come avevamo fatto dodici mesi
addietro, se esista ancora un manipolo di artisti capaci di cogliere il loro tempo
- non tanto o non solo nei suoni, giacchè qui si coltiva da sempre un amore
per le radici, quanto nel sentimento - non è retorica, ma un'esigenza per
matenere il senso di una storia lunga cinquant'anni. Perchè la libertà
del Web è una benedizione ma anche un'arma a doppio taglio che pare ci
tolga la terra da sotto i piedi: siamo ancora in grado di riconoscerci attorno
a precise opere discografiche o abbiamo ognuno un'isola felice in cui chiuderci
a riccio, provando di tanto in tanto a sbirciare i gusti del vicino? La divisione
sotto i cieli di RootsHighway, redazione e lettori non è il caso di fare
distinzioni, è un dato di fatto da cui partire: mai così tante citazioni,
piccoli e grandi nomi, rivelazioni e sconosciuti outsider, a rincorrersi per una
semplice nota di merito. La tentazione allora è ricadere sulle certezze
del passato, anche quando si è sempre dimostrato, noi e voi, di avere buone
orecchie per qualsiasi nuovo talento avesse voglia di sfidare i maestri: nelle
scelte reciproche il 2008 di RootsHighway non sembra ancora correre il rischio
di "consolarsi" con i soliti noti, nonostante le posizioni di vertice
esprimano solide certezze, ma cerchiamo tutti insieme di vigilare e tenere sempre
aperta la porta alla curiosità. Buona lettura
RootsHighway
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