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2011: I 50 dischi di RootsHighway
posizioni 30-21



30

Ry Cooder
Pull Up Some Dust and Sit Down
(Nonesuch)
"...però il nostro Ulisse è tornato, e questo Pull Up Some Dust And Sit Down è solo il quarto capitolo di una nuova discografia volta a riassumere e mettere ordine nelle mille idee raccolte nel suo vagare"





29

The Horrible Crowes
Elsie
(Side One Dummy)

"...Fallon congeda per un istante la sua band - che tuttavia fa capolino qua e là lungo tutto lo scorrere del disco - imbarcando come nuovo compagno di viaggio il chitarrista e roadie Ian Perkins e sfoderando una scrittura scura e soulful come non mai"





28

PJ Harvey

Let England Shake
(Island)
"...Let England Shake è un disco caleidoscopico, personalissimo, cerebrale, introverso e a volte pure fastidioso, eppure è un lavoro di una lucida originalità e di una personalità artistica spiccatissima."





27

Over the Rhine
The Long Surrender
(Great Speckled Bird)
"...album di ambiente folk ed eleganza pop jazz, di esplosioni gospel e sinuose ritmiche, ruba i segreti migliori della recente arte di Henry e li applica alla bellezza cristallina delle melodie del piano di Linford Detweiler, ma soprattutto alla carica sentimentale della voce di Karin Bergquist"





26

Burlap to Cashmere
Burlap to Cashmere
(Essential records)
"...e il disco che ci ritroviamo fra le mani è semplice e gentile, in cui il folk e le atmosfere cantautorali si mischiano a suggestioni mediterranee, a ritmi spezzati ed insoliti, decisamente poco "americani". D'altronde è lo stesso Delopoulos, anima e voce del progetto, che ci tiene a rimarcare le sue origini e le sue tradizioni"





25

Ian Siegal & The Youngest Sons
The Skinny
(Nugene)
"...ecco allora che quel diavolo di Siegal si ritrova nel posto giusto al momento giusto, oseremmo dire, e cioè un agosto 2010 allo Zebra Ranch (lo studio di Coldwater, Mississippi fondato da papà Jim Dickinson) dei fratelli, a Nord del Magnolia State, neanche fosse uno di casa"





24

Sean Rowe
Magic
(Anti)
".... l'alchimia di Magic non lascia indifferenti: non può non colpire quella voce baritonale densa e misteriosa, che a qualcuno potrebbe facilmente ricordare il Mark Lanegan più asciutto e folkie; non può allo stesso tempo passare inosservata l'economia dei suoni che rende tuttavia tutto perfetto nelle misurate collaborazioni"





23

Black Joe Lewis & The Honeybears
Scandalous
(Lost Highway)
"...in questo senso Scandalous non potrà certo sfruttare l'effetto sorpresa dell'esordio Tell 'Em What Your Name Is!, ricalcando uno stile collaudato dall'intensa attività dal vivo, ma avrà sempre dalla sua una compattezza figlia esattamente della strada e del palco"






22

Dawes
Nothing is Wrong
(ATO)
"...Nothing is Wrong accresce le quotazioni del gruppo californiano, fra i principali animatori di un ritorno alle visioni folk rock della West Coast, oggi peraltro battezzati dalla presenza non casuale di Jackson Browne"






21

Wooden Wand & The Briarwood Virgins
Briarwood
(Fire)
"... un album intenso, chitarristico e immediato con un suono swamp e sporco che sa di fango e di bourbon (chiari i legami con l'Alabama). Quello che più sorprende è come JJT riesca ad adattarsi con la su voce a questo cambio. Il suono è espansivo e potente, pieno di slide, feedback e assoli di chitarra, di organo e batteria"

 

 

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