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# BooksHighway Playlist 2011

   (a cura di Marco Denti)

E' stato un anno intenso per BooksHighway: un po' perché la scelta è stata ricca e varia in modo particolare, un po' perché l'evoluzione del blog (bookshighway.blogspot.com) ha offerto la condivisione di un'ampia gamma di letture e riletture. La selezione che segue (le posizioni sono intercambiabili e l'ordine è soltanto uno dei possibili) prova a riunire saggi, reportage, fiction e non fiction, soltanto in base alla qualità, al coraggio delle idee (soprattutto), all'inventiva e allo stile della scrittura che è il primo presupposto per la qualità della lettura. L'idea di associare, libro per libro, una canzone nasce leggendo tra le righe di Passo nell'ombra di Louise Erdrich e poi è proseguita spontanea e naturale, spulciando tra il meglio di SoundsHighway.


1.
Louise Erdrich
Passo nell'ombra (Feltrinelli)

Una storia d'amore dolorosa e disperata raccontata con uno stile aspro ed elegante nello stesso tempo. Lei continua a vedere in lui "in mezzo a tutta la merda che volava, una fiamma regolare e costante"; lui ha ormai attraversato un confine pericoloso e senza ritorno. Un romanzo affascinante, coraggioso. Colonna sonora obbligatoria: Night Ride Home di Joni Mitchell.

2.
Elizabeth Grosz
Caos, territorio, arte (ObarraO)

"L'arte vera e propria nasce quando la sensazione riesce a distaccarsi da se stessa e a trovare un'autonomia sia da chi la genera sia da chi la percepisce, quando qualcosa del caos da cui è tratto riesce a respirare e ad aver esistenza di per se stesso": uno dei saggi più belli e importanti di quest'anno, dove la musica è trattata per quello che è (una magia). Da leggere con Art Of Almost (Wilco) fisso in repeat.



3.
Karl Marlantes
Matterhorn (Rizzoli)

La guerra del Vietnam ha così permeato l'immaginario del rock'n'roll (il nostro) che, dopo il romanzo in forma di saggio di Nicola Gervasini (il sempre consigliato Rolling Vietnam), Karl Marlantes ha scritto una specie di riassunto di tutte le visioni generate da quella tragedia in un romanzo duro, ingombrante, coraggioso perché capace di dire che "la giungla e la morte erano le sole cose pulite di quella guerra". Il silenzio, in questo caso, è la miglior compagnia, ma è va bene anche la versione di A Hard Rain's A-Gonna Fall di Tom Russell con Lucinda Williams.

4.
William Langewiesche
Esecuzioni a distanza
(Adelphi)

Di guerra in guerra, si arriva ai nostri giorni, a guerre ormai dimenticate, o come scriveva Don DeLillo "così vecchie, così morte". Il reportage di William Langewiesche è lucido e diretto, senza la pretesa di raccontare la storia ("Non ricordo più esattamente che cosa ci facciamo, qui, ma tanto nessuno chiederà la mia opinione"), ma almeno di capirla. Inevitabile accostarlo a Soldier's Song di Lucinda Williams.

5.
Carla Safina
Un mare in fiamme (Edizioni Ambiente)

Con il tempo, l'esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, era l'aprile del 2010 diventerà uno degli eventi storici più importanti nel caratterizzare questo secolo e i tempi che viviamo. Carl Safina l'ha descritto in un libro che sembra un romanzo, ma purtroppo è tutto vero, a partire dal fatto che "hanno imposto questa catastrofe a tutti". Leggetelo con American Dream di Will Hoge, il contrasto è garantito.

6.
Paul Harding
L'ultimo inverno (Neri Pozza)

Senza dubbio uno dei romanzi più affascinanti dello scorso anno: forse abbiamo perso un batterista (Paul Harding suonava nei Cold Water Flat), ma L'ultimo inverno ha il fascino contorto e spiritato di una ballata dylaniana, con tutte le sue connessioni con la "repubblica invisibile" di quelle "canzoni dimenticate che non abbiamo mai conosciuto". The Dustlands dei Walkabouts è la compagnia ideale.

7.
Guy Talese
Frank Sinatra ha il raffreddore (Rizzoli)

Raffinato e abilissimo nel raccontare quelle storie che sono "dappertutto, sotto i nostri occhi, alla nostra portata", Gay Talese rilegge le trame di New York con uno sguardo molto simile al Tom Waits di Rain Dogs e riesce a sedurre anche descrivendo nei minimi dettagli un incontro che non è mai avvenuto, quello con Frank Sinatra (e qui ci vuole qualcosa di classe come The World And All I Know di Joe Henry).

8.
Anthony Neil Smith
Yellow Medicine (Meridiano Zero)

Adrenalina pura, un loser (Billy Lafitte), che sembra uscito da Fargo o da uno di quei film di serie b che solleticano istinti crudi e primordiali: azione e reazione, molti colpi di scena, nessun trucco di bassa qualità e una scrittura sferzante come il gelo del Minnesota dove è ambientato Yellow Medicine. Diventasse un film dei fratelli Coen, High Waters Blues dei vicini di casa Jayhawks sarebbe perfetta per i titoli di coda.

9.
Adrian Johns
Pirateria (Bollati Boringhieri)

Sarà un libro fondamentale, da leggere e rileggere negli anni a venire: oltre a essere un'analisi documentatissima e pertinente in tutti i suoi passaggi, Adrian Johns ha il coraggio di mettere in dubbio, e ribaltare, quasi tutti i luoghi comuni legati all'idea della Pirateria. Senza prendere posizione, senza tesi da difendere, anche se si capisce bene l'intreccio tra chi produce, chi scarica e chi fa scaricare. Save The Hammer For The Man di Tom Morello (con Ben Harper) è il tema più adatto.

10.
Frédéric Martel
Mainstream (Feltrinelli)

Mainstream è destinato a diventare, come Pirateria qui sopra, un testo di riferimento a partire dalla netta distinzione su cui è basato: "L'espressione cultura mainstream può avere una connotazione positiva, nel senso di cultura per tutti, ma anche negativa, nel senso di cultura egemonica" e lo sappiamo bene qui dentro, visto che cerchiamo tutte le alternative possibile polverose e solitarie highway. Sigla finale, Kindness di Ryan Adams, che è quello che auguriamo a tutti per quest'anno.

 

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