Gennaio 2002,
tempo di inevitabili bilanci: diciamo la verità, ci piace davvero tanto
giocare con le classifiche, nonostante si prevedano in anticipo le notti insonni
per qualche esclusione eccellente, le dimenticanze e le scoperte tardive...Impossibile
dare spazio a tutti e non sacrificare qualcuno. Questa volta però il numero
di selezionati è aumentato: 40 titoli tra "Big" e Rivelazioni
non sono pochi. Evidentemente non tutti sono capolavori, ma un interessante spaccato
del mondo rock & roots americano ci viene pur fornito. Troverete di seguito
le varie categorie in cui abbiamo suddiviso e setacciato il meglio, secondo il
nostro insindacabile giudizio, che il tormentato 2001 ci ha lasciato in eredità.
Come sempre, mi piace sottolinearlo, abbiamo privilegiato autori e band fuori
dal circuito maistream, perchè questa è la filosofia portante del
sito (questo non significa che non si siano fatte ecccezioni). Ryan Adams
è l'uomo dell'anno per RootsHighway e per i suoi visitatori
(grazie a tutti quelli che hanno fatto sentire la loro voce), con una sorta di
plebiscito che da tempo non si dava a vedere. Immaginabile, fin quasi scontato,
e tuttavia meritatissimo, per il talento smisurato, le innumerevoli possibilità
di maturazione ancora all'orizzonte e, buon ultimo, la capacità di catalizzare
su di sè le attenzioni ed anche le responsabilità di portabandiera
di quel mondo rock troppo mainstream per gli alternativi e troppo alternativo
per il mainstream...la terra di nessuno del roots-rock, quella di RootsHighway!
La
classifica dei lettori di RootsHighway
I MAGNIFICI 10 DI ROOTSHIGHWAY
 |
Disco
dell'anno
Ryan Adams - Gold
[Lost
Highway/ Universal] Il titolo è decisamente
appropriato: in stato di grazia assoluta, Ryan Adams porta a compimento
una fulminante trasformazione da grande promessa del''alternative-country degli
anni novanta ad unico vero talento del rock americano per gli anni a venire. Ogni
cosa che tocca diventa oro: Gold è un disco imponente, monumentale, settanta minuti
di classicità rock con ampi margini di miglioramento... |
Il resto della ciurma
 |
02
Steve Wynn - Here
Come the Miracles [Blue Rose]
Dalla
nuova generazione di Adams a quella ingiustamente dimenticata dei primi anni '80:
Steve Wynn, a vent'anni e più dai suoi brucianti esordi nel Paisley
Underground, trova ancora la forza e l'ispirazione giusta per un doppio album
dai contorni quasi epici. il rock californiano ritrova uno dei suoi figli prediletti
più in forma che mai, dopo anni di ingiustificato anonimato.
| | |
 |
03
Lucinda Williams - Essence
[Lost Highway/ Universal]
Ci vuole una grande coraggio per sbatterti in faccia queste
umide e pigre ballate sudiste, dopo la sbornia ed il successo di quel capolavoro
rootsy che è stato Car Wheels. Con Essence Lucinda apre anima e
cuore, ci sussurra un'intensa serie di dolcissime ballate country-rock intrise
negli umori sudisti della sua terra: un disco che si insinua piano piano e non
ti molla più, con il suo carico di sofferenza |
| |
 | 04
Natalie Merchant - Motherland
[Elektra]
Motherland
riesce a contenere alla perfezione tutte le forme musicali in cui la voce (unica)
di Natalie Merchant sa muoversi, dal minimalismo folk/blues alle più complesse
orchestrazioni. T-Bone Burnett (senza dubbio) ha avuto un ruolo determinante,
ma è Natalie Merchant l'autrice e l'interprete che anticipa, legge, riflette e
mostra in controluce lo spirito caotico dei nostri tempi. |
| |
 | 05
Joe
Henry - Scar [Edel]
Scar
rimane sospeso tra i suoni modernissimi e le atmosfere di certi album di un tempo,
quando la logica di una canzone o di un assolo era dettata unicamente dalla poesia.
Un disco bellissimo e ricercato e importantissimo per Joe Henry, perché
gli guadagna spazio tra i più importanti cantautori americani degli ultimi anni.
|
| |
 |
06
Tom Russell - Borderland
[Hightone]
Con una costante voglia di mettersi in gioco, Tom Russell
continua a non sbagliare un colpo, passando questa volta in rassegna l'epica del
confine con un piglio più duro ed arrembante che in passato. Country-rock
ruspante ed elegante al tempo stesso, spruzzate tex-mex ed una voce che porta
addosso il peso della storia delle terre che ci racconta |
| |
 |
07
Alejandro Escovedo - A Man Under the Influence
[Bloodshot]
Al disco partecipa la crema del rock americano,
con moltissimi ospiti che non fanno le inutili comparse nel disco di una star,
ma tributano il doveroso omaggio ad uno dei songwriters più talentuosi ed ingiustamente
ignorati degli ultimi anni: il suo disco più maturo ed appassionante, border ballads
da brivido e qualche scarica elettrica di prima classe. Grazie di nuovo Alejandro.
| | |
 |
08
Blue Mountain - Roots
[Glitterhouse] Cary Hudson, Laurie Stirrat
e compagni hanno chiuso definitivamente l'avventura indimenticabile dei Blue
Mountain e ne siamo dispiaciuti, ma il loro epitaffio possiede la tempra del
capolavoro di provincia: le radici più profonde ed acestrali dell'America del
sud in un disco che profuma di ballate irlandesi, melodie celtiche, blues delle
paludi e chitarre al vetriolo. | | |
 | 09
Gillian Welch - Time
(The Revelator) [Acony] La
nuova reginetta dell'old time: dagli inattesi premi e riconoscimenti della colonna
sonora di Fratello dove sei ad un disco di country-folk music asciutta, integerrima,
solo strumenti acustici e voce...e che voce, quella di un angelo degli Appalachi,
direttamente catalputato a noi dall'era della Grande Depressione. L'anima antica,
repressa e ripudiata dell'America rurale rivive in Gillian Welch |
| |
 | 10
Chris Knight - A
Pretty Good Guy [Dualtone] Al
pari del disco di Scott Miller, ma con una sensibilità meno pop e più
smaccatamente stradaiola, Chris Knight è il secondo vincente cavallo
di razza della provincia americana per il 2001. Country-rock robusto e sufficientemente
elettrificato, puzza di asfalto e benzina e storie di ordinaria quotidianità
all'incrocio tra John Mellencamp e Steve Earle...classico |
| |
Runners
11-20
11.
Matthew
Ryan - Concussion
(Waxy
Silver)
12.
Mark
Lanegan Field
Songs (Beggars
banquet)
13.
Cowboy
Junkies - Open
(Cooking
Vinyl/ S4)
14.
Rodney Crowell - The Houston
Kid (Sugar
Hill)
15.
Graham Parker - Deepcut To
Nowhere (Razor&Tie/
Evangeline)
16.
Scott
Miller Thus
Always to Tyrants (Sugar
Hill)
17.
John Mellencamp - Cuttin'
Heads (Columbia/
Sony)
18. Ron Sexmith -
Blue Boy (Cooking
Vinyl/ S4)
19.
Ray
Wilie Hubbard - Eternal &
Lowdown (Philo)
20. Dan Bern - New
American Language (Cooking Vinyl)
|

10
Rivelazioni per il 2001
Outsiders:
alt-country, americana, songwriters...
 | 01
Ron Lasalle - Too
Angry To Pray [PHQ] Difficile
considerare questo signore di mezza età una rivelazione, eppure, nascosto
chissà dove, Ron Lasalle ci ha lasciato per molto tempo all'oscuro
del suo genuino talento, recuperando gli anni perduti con un disco vitale e ricco
di passione, all'incrocio tra country texano, rock delle radici ed una voce sporca
che trasuda uno splendido feeling soul-blues, ideale connubio tra John Hiatt,
John Fogerty e Van Morrison. Bella compagnia! | | |
 | 02
Kevin Deal
- Kiss On the Breeze
[Blind Nello]
Il Texas non finirà mai di stupirci per la prolificità
dei suoi figli: tra i tanti, troppi giovani talenti della zona, Kevin Deal
ci è parso il più maturo e convincente, quello in definitiva con
le canzoni migliori. Discepolo alla corte di Joe Ely, Jimmie Dale Gilmore e degli
altri fuorilegge texani, non si vergogna di suonare il solito irresistibile impasto
country-rock ed honky-tonk, infilando di tanto in tanto qualche viaggio sul border
messicano. | | |
 | 03
Steve Owen - Like
An Atheist In Nashville [Ethic] Un
ateo (almeno in senso musicale) dalle parti di Nashville è sempre cosa
gradita: Steve Owen non è uno sprovveduto, ma solamente al suo terzo
disco solista riesce a cogliere in pieno le sue potenzialità di songwriter
atipico e controcorrente, un pugno nello stomaco ai lustrini della falsa country
music: country-rock sbilenco ed arruffato, poca precisione e tanto cuore, mischiando
Pogues, rockabilly e le ballate di John Prine | | |
 | 04
AC Cotton - Half
Way Down [AC Cotton]
Un'altra guitar-band, questa volta dall'Oregon, con qualche
buona idea in più rispetto alla media: Alan Charing è il
leader ed autore della situazione e dopo un debutto solista ha capito che, con
alle spalle un tosta rock'n'roll band, è tutta un'altra musica. Un vibrante,
roccioso rock chitarristico, che affonda le radici nel punk, allunga leggermente
le mani nell'alternative-country, a tratti risulta persino melodico, rispolverando
la freschezza dei primi Gin Blossoms e degli Old 97's, oltre alll'epica di Petty
e Mellencamp. | | |
 | 05
Tim Easton - The
Truth About Us [New West] Già
indicato da tempo tra i nomi nuovi del songwriting americano, Tim Easton
compie una delicata metamorfosi: da menestrello folk-rock cresciuto nel mito di
Dylan a stralunato autore di delicati bozzetti pop, in cui il suo passato roots
viene filtrato da arrangiamenti più articolati e modernisti, sulla scia
di Jeff Tweedy e dei suoi Wilco (ospiti nel disco), quasi fosse un Beck meno scontroso
e più melodico. | | |
 | 06
Jay Farrar - Sebastopol
[Artemis] Messi in soffitta i gloriosi giorni dei
Son Volt, Jay lancia la sfida solista con un disco colmo di idee, alcune
volte irrisolte, ma estremamente coraggiose. Vista la fama poteva finire di diritto
tra i Big, ma avrebbe rischiato di non entrare nei primi dieci. E' in fondo
una vera e propria rivelazione questo Sebastopol: dall'autore alternative-country
per eccellenza, arriva un maestoso muro di suono roots-pop, ombroso e venato di
psichedelia, che richiede pazienza ed un assiduo ascolto per essere apprezzato
fino in fondo | | |
 | 07
Foundry - World
Rattles Round [Hollow Body] Che
provengano dallo stato di New York non fa molta notizia: i Foundry suonano
decisamente roots, sciegliendo una via abusata al genere, ma suonando con una
freschezza ed energia tale da sopperire alle numerose e possibili accuse di plagio.
Il leader Doug Kwartler possiede un discreto songwriting ed una voce niente
male che si appoggia sulle melodie tra folk-rock ed alternative-country della
band. Dei Son Volt meno bucolici, con una sufficiente ammirazione per Tom Petty
e i suoi Heartbreakers. | | |
 | 08
Hadacol - All
in Your Head [Slewfoot] Greg
e Fred Wickam non saranno ricordati tra le coppie di fratelli più
famose dellla storia del rock, ma un piccolo spazio di gloria lo hanno conquistato
nel ristretto circuito Americana: adorano Hank Williams e Johnny cash, e come
dargli torto, ma sanno anche cosa è accaduto alla musica americana dopo
di loro. Così colgono lo spirito blue-collar e le ballate urbane di Springsteen,
il cow-punk di Jason & the Scorchers e le chitarre fracassone dei Bottlerockets,
ripetendo il miracolo di un sano e ruspante roots-rock di provincia. |
| |
 | 09
HensleyStrurgis - Cabin
Fever [Blue Rose] Anche quest'anno
la Blue Rose ci ha invaso di novità e curosità infinite, non sempre
centrando il bersaglio. Qualche giovane proposta riesce sempre a spuntarla: quest'anno
premiamo il rock provinciale degli HensleySturgis (a pari merito con i
Continental Drifters), non solo per una delle copertine più belle del 2001,
ma anche per le loro ballate alla Jayhawks vecchio stile e le chitarre fragorose
che ogni tanto prendono il sopravvento...il solito indistruttibile rock'n'roll
della periferia americana. | | |
 | 10
June Star - Telegraph
[Safe House] Andrew Grimm,
ex Sixty Acres, prosegue, incurante delle mode, a percorrere le vie infinite del
country alternativo: già la sua vecchia band ne era una portabandiera della
seconda generazione, ora i June Star ci riprovano con un'innocenza che
non lascia dubbi sull'onestà di fondo di queste realtà provinciali:
una voce pigra ed assonnata alla Jay Farrar, la pedal steel spaziale di Eric Heywood
(già con i Son Volt), mandolini e banjo a braccetto con chitarre graffianti...è
di nuovo alternative-country, di terza generazione ormai. |
| |
Runners
11-20
11.
M.Ward
- End of Amnesia (Glitterhouse)
12.
Scott
Laurent Gone
(Club
de Musique)
13. 34
Satellite - Radar
(Hideaway)
14. Jackpot
- Weightless (Munich)
15. Forever
Goldrush - Halo in My Backpack
(Cargo)
16. Hangtown
- Eleven Reasons (Black
Dog)
17. Teddy
Morgan - Crashing Down
(Teddy Morgan)
18.
Eric
Straumanis - Thunder And The Plains
(Trailer)
19. John
Train - Looks Like Up
(Record Cellar)
20. Tandy
- The Bloodroot Transcriptions
(Yellow Slipper)
|