Black Eyed Dog
Black Eyed Dog
Hero Music
2000

1/2


Ecco quello che personalmente definirei un piccolo grande disco di puro rock americano: è alternative country? è roots-rock? Francamente non lo so e non importa più di tanto: le etichette servono a noi (???) critici per piantare qualche paletto ed indirizzare l'ascoltatore verso la giusta strada, ma a volte sono un inutile fardello. I Black Eyed Dog mettono a punto quello che non può essere definito in altro modo se non classico guitar rock di stretta marca provinciale, e allora giù con gli immancabili agganci ai maestri del genere. Una voce pigra e sussurrata tra Ryan Adams e Jay Farrar (il bravo Brian Landrum, autore di tutti i testi della band) ed un impianto chitarristico alle spalle solido ma mai invadente, che ingloba le radici country e "no depression" (inevitabile vista la provenienza dal North Carolina, culla del genere) senza farle scoppiare più di tanto in superficie. Insomma (ah! Ci risiamo!) stiamo dalle parti del capostipite Neil Young e dei figliocci anni novanta, in primis Son Volt (Pray for me, Angel o Cover me), ma anche Jayhawks (Song of salvation) ed il vivace timbro chitarristico di Petty e dei Gin Blossoms (sentitevi un po Comet e A million pieces), però con una personalità ben definita ed un disco di debutto veramente superiore alla media del settore. Accattivante sin dalle prime note younghiane di Mississippi moon, tutto il lavoro non soffre minimamente di cali di tensione ed ispirazione, rivelererà parecchi agganci con quanto sentito in questi anni (l'aria folkie di Three more hours e The way o la ruvida atmosfera roots rock di Ball & chain possiedono una sfacciata parentela con i migliori Whiskeytown), senza tuttavia lasciare in bocca la sensazione di scopiazzature e furti vari. Perchè è in dischi come questo che continua a rivivere la poesia rock minore che tanto apprezziamo. Tenete alta l'attenzione: questa estate è previsto il secondo capitolo della loro avventura, addirittura sotto la produzione d.o.c. di Mitch Easter (Rem e Pavement tra i tanti)...parola dello stesso Brian Landrum.