Neal Casal
Anytime Tomorrow
Glitterhouse 2000

1/2


Terza uscita in pochi mesi per il buon Neal Casal: tra produzioni ufficiali (quattro) ed edizioni limitate, disponibili solo per posta, l’ispirazone non gli manca di certo. Anytime Tomorrow prosegue la sua piena maturazione, già evidente nell’ultimo The sun rises here, dopo un debutto (Fade away diamond time) che possedeva tutta l’innocenza e la sorpresa delle opere prime, ma che si dirigeva in via quasi esclusiva nei territori della ballata. Recuperato il legame con il produttore Jim Scott (un nome, una garanzia per il migliore rock americano da strada maestra) e grazie anche alla partecipazione di una nutrita schiera di ottimi musicisti, tra cui Greg Leisz e Bob Glaub, Neal ha sfoderato il lavoro più vario e sostanzioso della sua breve ed intensa carriera. L’impressione generale è quella di un autore in netta crescita, che conserva il suo inconfondibile carattere, ma con un sound più vicino al rock’n’roll che in passato. Willow Jane, per esempio, ha il sole della California anni ‘70 stampato in fronte, ma la corposa sezione fiati ed il tiro delle chitarre danno un tono più muscoloso alle sue immutate radici musicali, lo stesso tono di Raining straight down, che sfoggia un sound compatto ed un calore soul nei cori. Eddy and Diamonds ha un taglio decisamente più psichedelico, younghiana fino al midollo, mentre i colori della west coast fanno la loro comparsa nelle dolci rock ballads Fell on hard times e Sweetvine, che evocano lunghi viaggi sulle highways americane, ringraziando sentitamente Jackson Browne e Tom Petty. Neal non ha perso inoltre quel gusto squisitamente pop di alcune sue ballate acustiche: nell’occasione offre il meglio di sè nelle suadenti melodie di Camarillo (gran lavoro di Greg Leisz alla pedal steel) e della conclusiva, davvero notevole, Too much too ask. A volte però si fa prendere la mano e sconfina nella melassa: in Oceanview sembra di sentire lo "zucchero" degli Eagles (e non è un complimento…), No one above you alla lunga mostra la corda, mentre Just getting by e Time down the wind rincorrono fin troppo le tracce di Jackson Browne. Poco male, i margini di miglioramento sono tutti presenti ed Anytime Tomorrow li fa intuire senza tema di smentite.

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