Jackpot
Weightless
Munich 2000


1/2


Delle
recenti uscite dell'etichetta olandese Munich è sicuramente la più classica per il linguaggio musicale affrontato, ma anche la più eccitante: sono un trio di guitar-rock dalle svariate citazioni ed influenze, che gira attorno alla "stanca" vocalità younghiana di Rusty Miller ed alle sue chitarre in bilico tra Crazy Horse sound e alternative-rock. Il background è dunque quello di una tipica college-band cresciuta coi suoni del punk (Radio robots) e di tutta la successiva evoluzione del rock alternativo (chiamiamo in causa il gusto low-fi e pop dei Pavement, a puro titolo di esempio), a cui si aggiungono però una comunione d’intenti con il movimento roots-rock, per via di una rilettura personale dei suoni della tradizione. Aggiungete un amore direi quasi maniacale per le atmosfere e le cadenze del Neil Young più elettrico e vi avvicinerete al fascino ultimo di queste canzoni. Nulla che possa passare per qualcosa di sconvolgente, tuttavia dannatamente piacevole, perché i ragazzi sanno scrivere con mano matura e riescono ad infilare qualche piccolo gioiello: su tutti il country-rock dolciastro e romantico di Piano, le digressioni pop di La La Land, la più ruspante Cartwheels, un’oasi acustica d’impostazione counry-blues, gli orizzonti alla Zuma di She’s so cool e della conclusiva, lisergica Queen bewilderd (che personalmente mi ricorda tantissimo un altro younghiano di ferro quale Chris Cacavas). Anche il resto del materiale si difende bene e non fa la figura di semplice riempitivo (in Whiskey sembra quasi di assistere ad una reincarnazione dei primi Uncle Tupelo), aprendoci ad un giudizio più che lusinghiero sul secondo lavoro dei Jackpot.

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