Jason Ringerberg
A Pocketful of Soul
Dixie Frog
2000



Per chi non ha la memoria troppo corta, il nome di Jason Ringenberg si associa immediatamente ad una delle più scanzonate e genuine realtà del rock'n'roll americano dei lontani anni '80. Come leader dei Jason & the Scorchers, il nostro ha infiammato le notti di Nashville proponendo una miscela esplosiva di punk, rock stradaiolo e country, che per l'epoca significava una netta rottura con passato ed il recupero di una semplicità nei suoni e nell'atteggiamento. Seppure con alti e bassi, l'avventura di quella formazione è proseguita fino ai giorni nostri, spostandosi dal country-punk incendiario degli esordi ad un rock più ortodosso e fin quasi hard per poi ritornare sui suoi passi negli ultimi tempi. I tempi migliori sembrano essere passati, ma la voglia di fare musica per Jason è rimasta la stessa: ecco dunque la decisione di dare ale stampe il suo secondo lavoro solista, autoprodotto per la propria etichetta (la Courageus Chicken records...nome fantastico!!!) e pubblicato in Europa dalla francese Dixie Frog.
A pocketful of soul è una sorpresa fin dalle prime note di Oh lonesome prarie: niente rock e chitarre al fulmicotone per Jason; questa volta si parla il linguaggio della tradizione più ortodossa della propria terra, un omaggio acustico alle tradizioni country e bluegrass più sincere del sud. Coadiuvato da pochi e preparati musicisti (George Bradfute ad ogni tipo di strumento a corda e Fats Kaplin al violino ed accordion), Jason compie un viaggio ricco di sentimento nelle sue radici musicali più remote, portando a termine un disco breve ma ispirato, dove la sensibilità della sua voce acquista un sapore nuovo. Se avete amato il sound corrosivo della sua band o se in generale preferite un approccio più arrembante e rock alle radici, è forse consigliabile defilarsi dall'ascolto di questo disco, che parte con un soffio di vento ad accompagnare la "pianura solitaria" di Jason e si chiude con la cavalcata strumentale di The last ride. Il resto non si discosta da questi sapori agresti, tra materiale originale (la suggestiva ballata dai sapori irish Under your command ed il country rurale e baldanzoso della tittle track e di Last of the neon cowboy) e qualche azzeccata cover (da segnalare soprattutto Whispering pines). Un ritorno gradito, anche grazie alla sua veste originale ed inattesa.